RIFIUTI, NUOVA EMERGENZA: SI CERCANO DISCARICHE FUORI REGIONE

    rifiuti cassonettiL’emergenza rifiuti continua. Il sistema di raccolta è a rischio, e in uno stato di difficoltà crescente: con i sacchetti della spazzatura accumulati vicino ai cassonetti già colmi, soprattutto nel VI e nel IX Municipio. Briefing e sopralluoghi delle autorità per fronteggiare il problema. Tra le soluzioni più immediate, ci sarebbe quella che fa riferimento ad un deposito provvisorio individuato presso il sito di Ponte Malnome, laddove potrebbe esser collocata una parte dell’immondizia.

    Ma si cercano anche dnuove discariche fuori dalla regione per lo smaltimento definitivo. In questo modo, calcolano all’Ama, i disagi potrebbero essere contenuti entro i prossimi dieci giorni. Il problema risale al dato per il quale gli impianti che trattano i rifiuti a Roma sono da considerare appena sufficienti per la quantità di materiale prodotto. Basta un piccolo contrattempo a fare saltare i piani di smaltimento e a far scattare una nuova emergenza. In questo caso, c’è stato il contributo di più elementi: le consuete problematiche legate ai giorni festivi con i camion che devono portare i rifiuti già trattati fuori regione che non possono circolare; lo stop per problemi tecnici di due impianti che ricevono i rifiuti romani in Lombardia e in Emilia-Romagna; e infine, gli effetti della sospensione dell’attività dell’inceneritore di Colleferro. In sintesi: i rifiuti sono rimasti nei quattro impianti di trattamento (due di Ama a Rocca Cencia e Salaria, due di Colari a Malagrotta), si è creato il tappo ed Ama ha rallentato la raccolta. Elemento aggiuntivo: dal I maggio al 15 giugno c’è il periodo dell’anno in cui a Roma si producono più rifiuti. Come mai queste emergenze in passato erano meno frequenti? Perché c’era il grande buco di Malagrotta che, fino ad aprile del 2013, addirittura riceveva (violando la normativa) rifiuti non trattati.

    Alla luce di tutto ciò, si è tenuta una riunione d’emergenza tra il sindaco Ignazio Marino, l’assessore all’Ambiente, Estella Marino, e il presidente dell’Ama, Daniele Fortini: l’obiettivo era tracciare un piano per superare la fase critica, contando sul fatto che la chiusura delle scuole e le prime partenze per le ferie diminuiranno i rifiuti; l’avvio della «differenziata spinta» il 16 giugno in due nuovi municipi (IV e XII) ridurrà il quantitativo dell’indifferenziato che va nei Tmb (il collo di bottiglia). Sulla base della richiesta da parte dell’Ama che già a Gennaio aveva chiesto alla Provincia l’autorizzazione per realizzare un centro di stoccaggio a Ponte Malnome, sono come detto previsti piani di ampliamento del numero degli impianti fuori dal Lazio che ricevono i rifiuti di Roma. Si avvierà nuova gara, mentre l’argomento diventa il nuovo terreno di scontro tra le forze politiche municipali. Dura la minoranza, con Onorato, di Lista Marchini che dichiara: «Roma si sta trasformando in una discarica a cielo aperto, ma Marino, tenta di scaricare la responsabilità del suo fallimento su qualcun altro». Ghera, di FdI, intesifica: «Marino solo ora si accorge che Roma è sporca come Napoli». A ruota Cangemi, Ncd: «Roma non è mai stata così sporca».