Home POLITICA ECONOMIA Ricchezza: appena 2.153 ‘Paperoni’ hanno mezzo mondo

Ricchezza: appena 2.153 ‘Paperoni’ hanno mezzo mondo

In una situazione economica come la nostra dove, ‘squali della Finanza’, speculatori ed (im)prenditori sono sempre attenti a sfruttare ogni ‘briciola’ vagante sui mercati finanziari di mezzo mondo, c’e sempre meno speranza di ripresa per milioni di persone, in continua caduta libera verso la povertà. Basti pensare che, come ha appurato Oxfam, alla vigilia del meeting annuale del World Economic Forum di Davos, i cosiddetti ‘Paperoni’ al mondo, sono ‘appena’ 2.153, le cui ricchezze, complessivamente, superano quanto in possesso di qualcosa come 4,6 miliardi di persone (il 60% della popolazione mondiale). Per la restante metà povera della popolazione mondiale rimangono le briciole: meno dell’1%.

In 22, superano i beni di tutte le donne africane

La cosa sconvolgente è che soltanto 22 di questi ‘Paperoni’, insieme vantano un patrimonio che supera gli averi di tutte le donne africane! Nel mondo vige un’equazione impari: mentre fra i livelli medi dei paesi del mondo le ricchezze vanno sempre più assottigliandosi, cresce sempre più la diseguaglianza. Studiata dall’Oxfam tra il giugno 2018 e quello del 2019, nella sua continua crescita la ricchezza totale rappresenta l’1%, che equivale oltre il doppio di quanto posseduto complessivamente da 6,9 miliardi di persone.
Attenzione, questo non significa che anche chi lavora può considerarsi un privilegiato, calcolando che nel mondo il 46% delle persone, deve vivere con una media giornaliera di 5.50 dollari, questo perché anche le disuguaglianze dei redditi sono fortissime. Ad esempio, ragionando sempre in termini globali, il 10% dei lavoratori siti tra quelli con minor retribuzione, nel 2017 percepiva un reddito di 22 dollari. Ebbene, se lo stesso avesse voluto raggiungere la retribuzione di un lavoratore inserito nel ‘top’ (che rappresenta il 10%), sarebbe stato costretto a dover lavorare circa tre secoli e mezzo!

Oxfam: “Il rapporto è la storia di due estremi”

Come spiega poi la direttrice delle Campagne di Oxfam Italia, Elisa Bacciotti, “Il rapporto è la storia di due estremi. Dei pochi che vedono le proprie fortune e il potere economico consolidarsi, e dei milioni di persone che non vedono adeguatamente ricompensati i propri sforzi e non beneficiano della crescita che da tempo è tutto fuorché inclusiva. Abbiamo voluto rimettere al centro la dignità del lavoro, poco tutelato e scarsamente retribuito, frammentato o persino non riconosciuto né contabilizzato, come quello di cura, per ridarle il giusto valore”.
Anche nel nostro Paese vi sono infatti forti disparità. Qui i lavori con retribuzioni elevate rappresenta il 10% (e rappresenta il 30% del reddito complessivo del lavoro), e supera la metà dei bassi guadagni che riguardano il 25,82 del lavoratori italiani.
Riguardo esempio ai giovani, di quanti lavoratori, il 30% può contare su un reddito mensile inferiore agli 800 euro mentre, tra gli under 29, il 13% lamenta una condizione di povertà lavorativa.

Italia: l’1% dei ricchi ha più del 70% dei più poveri

Sempre relativo all’Italia, quello che definiamo l’ascensore sociale, ormai è bloccato. Siamo partiti da una condizione già di netta disparità, con il 10% dei più ricchi, che vantava 6 volte il valore dei beni del 50% rappresentato dai nostri connazionali più poveri. Una percentuale negli anni andata crescendo sempre più (oltre il 7,6%), in proporzione della diminuzione del 36,6% rispetto alla metà degli italiani più poveri.
Fa impressione pensare che, sotto il profilo patrimoniale, l’1% più ricco degli italiani, da solo superava addirittura quanto in possesso del 70% più povero. Sul fronte rosa invece, nel 2018 l’11,1% delle donne italiane si dedicava alla cura ddi casa e dei propri cari, come lei nel resto della Ue era soltanto il 3,7% della media Ue, europea.
Max