Le uscite di scena in pubblico tutti insieme non sono servite a ricucire la ferita ormai profonda causata dalla mancata vittoria del mondiale per la Ferrari, per gli sbagli di Sebastian Vettel ma anche dallintero team, nonostante una macchina allaltezza, hanno tagliano lultimo filo che univa il team principal del cavallino Maurizio Arrivabene e il direttore tecnico Mattia Binotto. La Ferraria, agli albori del campionato 2019 ha deciso di riformare la propria equipe con una vera rivoluzione. Via Arrivabene, 61 anni, bresciano, ex ceo del marketing di Philip Morris, membro dal 2012 cda della Juventus e dal 2015 managing director di Ferrari Gestione Sportiva e principale respondabile della Scuderia. Subentra quindi Binotto, 50 anni, nato in Svizzera, che dopo essersi laureato al Politecnico di Losanna, nel 1995 fa il suo ingresso nella Scuderia Ferrari come ingegnere motorista per il team e da lì fa un enorme balzo in avanti fino a ricoprire nel 2016 il ruolo di Chief Technical Officer, il direttore degli ingegneri che operano sulla vettura. Quella che negli ultimi due campionati, specie nella prima manche del 2018, aveva dimostrato di poter lottare finalmente al titolo, il cui ultimo risale al 2007. Il ribaltone alla Gestione Sportiva Ferrari, trapelato dalla Gazzetta dello Sport, potrebbe essere reso noto a breve. Il 15 febbraio prossimo verrà mostrata la monoposto del 2019, che avrà al volante sempre Vettel e debuttante Charles Leclerc, il monegasco 21enne che dalla Ferrari Academy e dopo il suo primo anno da esordiente in Alfa Romeo Sauber, ha conquistato la promozione sulla sella del Cavallino Rampante al posto di Kimi Raikkonen per volontà del defunto Sergio Marchionne. Era quasi scontato il cambio prima dellinizio della nuova stagione, per placare gli animi che negli ultimi tempi erano diventati orami troppo caldi. La morte di Sergio Marchione, a mondiale in corso, a sconquassato i piani della Scuderia.