Via libera del Consiglio dei ministri al dl che scrive la roadmap delle riaperture. Astenuta, come anticipato dall’Adnkronos, la Lega, che non ha votato il provvedimento per divergenze in particolare sul coprifuoco. Il decreto, tra le altre cose, posticipa al 31 luglio lo stato di emergenza.
In Cdm c’è stato un duro scontro. A far scoppiare la miccia, la decisione del premier Mario Draghi di non spostare il coprifuoco alle 23, ma di confermarlo alle 22. Non solo. Fonti presenti alla riunione sostengono che il presidente del Consiglio, prima dell’inizio del Cdm avviato con un’ora di ritardo, avrebbe espresso irritazione per l’affondo della Lega sul coprifuoco, mentre le decisioni sulle riaperture erano state prese in una cabina di regia dove era presente anche il partito guidato da Matteo Salvini. Il Consiglio dei ministri è terminato dopo appena tre quarti d’ora.
LEGA – Coprifuoco, restrizioni per i locali al chiuso, aperture troppo posticipate e confuse per palestre e piscine: per questo la Lega non è convinta del decreto. E’ quanto trapela da fonti del partito di Matteo Salvini, al termine del Cdm.
REGIONI – Consentire, nel rispetto dei protocolli di sicurezza, i servizi di ristorazione sia al chiuso che all’aperto, senza distinzione di trattamento in base agli orari di somministrazione, e prorogare il coprifuoco dalle 22 alle 23 sono due delle ulteriori osservazioni e modifiche alla bozza del decreto sulle riaperture che, secondo quanto si apprende, la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha trasmesso nel pomeriggio alla ministra per gli Affari Regionali e le Autonomie Mariastella Gelmini e al ministro della Salute Roberto Speranza.
Le Regioni hanno chiesto inoltre la ripresa delle attività individuali in palestra al chiuso e nelle piscine all’aperto, già a partire dal 26 aprile, la riapertura del settori wedding e l’avvio anticipato, rispetto a quanto disposto in bozza, dei mercati e l’uniformazione delle date di riapertura degli spettacoli all’aperto e degli eventi sportivi all’aperto.