“Con le decisioni di oggi, il governo prende un rischio ragionato sulla base dei dati, che sono in miglioramento. I provvedimenti che governano il comportamento nelle attività riaperte devono essere osservati scrupolosamente. In questo modo, il rischio ragionato diventa un’opportunità”. Con l’ormai consueto tono di autorevolezza, il premier Draghi ha affrontato la stampa per comunicare la decisione del governo, di dare il via alle riaperture dal prossimo 26 aprile.
Dunque, ha aggiunto, ”Dal 26 aprile si anticipa l’introduzione della zona gialla, si dà precedenza alle attività all’aperto, quindi alla ristorazione a pranzo e a cena, e alle scuole. Tutte le scuole riaprono in presenza in zona gialla e arancione. In zona rossa ci sono modalità per suddividere tra didattica in presenza e didattica a distanza”.
Le categorie che saranno coinvolte da queste riaperture progressive, ha indicato il presidente del Consiglio, sono “Scuola, ristorazione, musei, teatri, cinema, spettacoli, eventi sportivi, piscine, palestre, attività sportive, fiere, congressi, stabilimenti termali, parchi tematici“.
Quindi, affrontando gli altri temi connessi alle riaperture, il capo del governo ha affermato che “si possa guardare al futuro con prudente ottimismo e con fiducia”. Quindi, per quel che riguarda gli spostamenti, questi saranno “consentiti tra regioni gialle e con un pass tra regioni di colore diverso”.
Commentando quanto annunciato, Draghi ha tenuto a raccomandare che ”Occorrerà una sensibilizzazione particolare delle autorità, a partire dagli Enti locali e delle Forze dell’Ordine, perché questi comportamenti vengano osservati. Le riaperture rappresentano un’opportunità straordinaria per l’economia e la nostra vita sociale”.
Ponendo l’accento sul ritorno alle attività all’aperto, il premier ha spiegato: “Non credo non ci sia una evidenza scientifica alla base dei provvedimenti presi. L’aver privilegiato l’attività all’aperto è fondata su dati scientifici, il numero dei contagi è molto basso; posporre il richiamo di alcuni vaccini è stata presa sulla base attività scientifiche. Mi pare si dia conto della base scientifica delle decisioni prese, come per il distanziamento, è abbastanza ovvio”.
Mi domandate se queste aperture sono definitive? “Noi – osserva il premier- abbiamo preso un rischio ragionato. Se i comportamenti verranno osservati, la probabilità che si debba tornare indietro è molto bassa”.
Quindi, terminato il suo intervento, nel lasciare la parola al ministro Speranza – seduto accanto a lui – Mario Draghi ha colto l’occasione per ‘appianare’ le tensioni sorte questi ultimi giorni intorno al ministro della Salute: “Le critiche al ministro Speranza dovevano trovar pace sin dall’inizio, non erano né fondate né giustificate – ha precisato il premier – Lo stimo, l’ho voluto io nel governo“.
Incassato l’ennesimo attestato di fiducia, Speranza è quindi passato a riassumere quanto deciso: “La prima data chiave è il 26 aprile, con il ripristino della zona gialla. Poi c’è un calendario: dal 15 maggio l’idea è che possano riaprire le piscine all’aperto, dal primo giugno alcune attività connesse alle palestre, dal primo luglio possiamo immaginare attività di natura fieristica“.
Quindi, ha proseguito il ministro, “In maniera graduale proveremo ad aprire altre attività economiche e sociali, il principio che useremo in questa fase prova a partire da un grado di evidenza scientifica: nei luoghi all’aperto è più difficile contagiarsi. Questo principio ci accompagnerà in questa fase di transizione, nell’auspicio che col passare delle settimane il quadro epidemiologico possa restare positivo e possa aumentare il numero delle persone vaccinate. Questo ci consentirà di programmare riaperture anche per attività che non si svolgono all’aperto”.
“Ci sono stati due fattori fondamentali che ci hanno consentito di vedere una piegatura la curva epidemiologica, le misure che hanno prodotto dei risultati e i vaccini – ha poi riassunto il ministro concludendo – Abbiamo un indice Rt a 0.85 e la previsione per la prossima settimana è sotto 0.8. L’incidenza è a 182 casi su 100mila abitanti e la stragrande maggioranza delle Regioni va verso miglioramenti epidemiologici. Siamo in condizioni di dare segnale ripresa Paese”.
Max