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Riapertura scuola, proteste di sindacati e studenti: “No a ritorno non in sicurezza”

La scuola è in confusione e il futuro in distruzione. Si può riassumere così, con un semplice slogan dei ragazzi di un liceo dei Castelli romani, la situazione che riguarda il capitolo scuola. Le lezioni sarebbero dovute ripartire oggi in presenza, ma con un colpo di coda il governo la scorsa settimana ha fatto slittare la ripartenza a lunedì 11 gennaio. Ancora troppo presto – tuonano presidi, genitori e sindacati di categoria del Lazio, che questa mattina si sono riuniti davanti a Montecitorio per rivendicare condizioni di maggiore sicurezza nelle scuole in relazione alla pandemia in corso e nuovi investimenti nel sistema dell’istruzione. Per simili ragioni il Comitato priorità alla scuola ha organizzato un sit-in davanti al ministero dell’Istruzione, in viale Trastevere.

Contro una riapertura affrettata e senza sicurezza non solo i sindacati, ma anche gli studenti, ben consci che la didattica digitale non può sostituire quella in presenza, ma anche che il diritto alla salute va tutelato nella massima misura possibile.

Il resto è propaganda – spiegano gli studenti – azione che non deve rientrare nella questione scolastica. Oggi i ragazzi liceo Mamiani hanno disertato le lezioni digitale per esprimere un disagio generazionale. Vogliamo rientrare, ma in sicurezza è il mantra inascoltato degli studenti.

Preoccupa, inoltre, una nuova nota del Miur, che prevede la riaperture delle scuole, sempre al 50% degli studenti, anche nelle regioni in zona arancione modificando all’ultimo uno dei pochi capisaldi rimasti. Spetterà alla Regione accogliere le ultime richieste del governo o decidere di rinviare in autonomia – seguendo l’esempio di altre regioni – la riapertura a fine mese.