Revenge porn stop: ddl Codice Rosso, è caos. Non è passato l’emendamento su cosiddetto revenge porn che ha tenuto altissima la tensione e l’attenzione in queste ore e il Movimento Cinque Stelle parla di esigenze di una legge specifica. Il ddl Codice Rosso che tocca il tema del revenge porn e della attenzione circa la legittimità o meno di divulgazione di materiale privato non passa. Ci sono differenze di vedute sulla castrazione chimica e tensioni vive in Camera proprio sull’emendamento che, ad oggi, crea una nuova spaccatura tra Movimento cinque stelle e i leghisti di Salvini.
Revenge porn stop: ddl Codice Rosso, è caos. Emendamento castrazione al centro di divergenze
Dunque se ne parla la settimana prossima per quanto concerne il ddl codice rosso e, come detto, il punto focale della questione è proprio quello relativo alla castrazione chimica. E’ su questo emendamento che il corpus normativo del Codice Rosso si è impantanato dal momento che su questo aspetto, come del resto in questi ultimi mesi un po’ su tanti altri, tra l’altro, che M5s e Lega sono in contrasto. C’è chi ha anche messo nel calderone movimenti complessi da parte della opposizione per acuire questi contrasti ma, ad ogni buon conto, alla fine il duo gialloverde dei grillini e della Lega proverà nelle prossime ore o giorni a trovare un’intesa di massima così che il momento del voto sul ddl Codice Rosso non finisce per trasformarsi, poi, infine, in una definitiva bocciatura proprio per la querelle della castrazione chimica. Tale norma, come chiarito da ministro Giulia Bongiorno, è indicata appunto in un emendamento al Ddl Codice rosso allo scopo di “inserire la possibilità di subordinare la sospensione della pena ad un trattamento terapeutico o farmacologico inibitorio della libido”. Proprio questo aspetto non piace al M5S: “E’ una presa in giro per le donne”.
In Aula si sono alzati i toni, ci sono state contestazioni e la seduta è stata sospesa quando le deputate del gruppo di Forza Italia hanno occupato per protestare i banchi del governo: a quel punto il presidente Roberto Fico ha dovuto stoppare la seduta per 5 minuti. Il coro ’onestà, onestà’ e fischi si sono poi alzati e, pare, che pure le deputate di Pd, Leu e Fdi si siano unite alla contestazione.