(Adnkronos) – Ribadiscono con forza che “non è una nuova corrente” né “un correntone”, bensì una “idea di partito diverso”. Ma avvertono: “Il 26 settembre faremo la nostra parte, non c’è un assalto alla dirigenza ma i risultati elettorali saranno un nuovo elemento”. Eccoli, seduti dietro a un tavolo, i deputati nazionali del Pd Carmelo Miceli ed Erasmo Palazzotto, e l’ormai ex coordinatore organizzativo del partito in Sicilia, Antonio Rubino. Con i primi dei non eletti al Consiglio comunale Fabio Teresi, Marco Frasca Polara e Milena Gentile. Presso la sede del Pd Sicilia, che “è casa nostra” e “da cui non vogliamo andarcene”, presentano “il nuovo progetto politico” che “non è una corrente”. “Il 26 settembre acquisiremo l’esito del voto ma oggi quell’idea di fare politica quell’approccio che ognuno di noi la mettiamo in campo”, dice Erasmo Palazzotto. “Oggi nasce un progetto politico che ha in mente una nuova idea di Pd. Dal 26 capiremo”, chiosano.
“Vogliamo aprire il Pd a tute le forze che non trovano spazi perché la politica usa spazi che non sono accessibili – spiega Erasmo Palazzotto, candidato all’uninominale a Palermo in una posizione difficile per essere eletto – Il Pd sarà in campo con quest nuova idea. Quella di oggi è una chiamata alle armi. A impegnarsi per cercare di strappare quanti più collegi possibile per bloccare l’avanzata della destra illiberale”.
Poi aggiunge: “È un momento drammatico per il paese, il tema vero di cui vogliamo discutere è che ci troviamo di fronte a un quadro di recessione economica”. “Il rischio è che questa recessione faccia scivolare milioni di famiglie italiane sotto la soglia di povertà. E’ evidente che lo schieramento di centrodestra ha deciso che tutto questo era sacrificabile, facendo saltare un governo di unità nazionale per trattare questi temi. Lo dice uno che non ha mai avuto grandi simpatie per Mario Draghi. Si sta discutendo del tetto del prezzo del gas in Europa. E ci sono attori che giocano sul piano speculativo. La destra è pericolosa per la stabilità del paese. Mette in discussione il processo di integrazione europea. Il problema non è il fascismo benché la matrice culturale di un pezzo della classe dirigente appartenga a quella storia”.
“Il Pd è impegnato nel progettare un nuovo modello di società. La destra propone esattamente il contrario, propone un modello riesumandolo dal passato. Lo fa in Sicilia dove Schifani è stato decongelato da un vecchio frigorifero, un vecchio sistema di portiere tirando fuori le stesse ricette: dal Ponte sullo Stretto ai termovalorizzatori alle discariche. Siamo tornati a venti anni fa alla ricetta politica di Cuffaro, ricetta utile solo a garantire interessi speculativi e che non ha prodotto nulla”. “Noi dobbiamo partire da qui, abbiamo deciso di mettere in una proposta politica. Noi vogliamo fare semplicemente il Pd”, dice. E indicando Carmelo Miceli spiega: “Io e Carmelo abbiamo fatto le notti per modificare i decreti sicurezza. Abbiamo fatto insieme tante battaglie anche se ci sono ancora delle cose su cui non siamo d’accordo”.
“E oggi mettiamo insieme le forze per dare un contributo in una partita difficile – aggiunge Palazzotto – Carmelo è candidato in posizione non eleggibile e io nel collegio uninominale di Palermo e proveremo a determinare un cambio di passo. Con la candidatura di Miceli alle Regionali proveremo a dare un contribuito alla vittoria di Caterina Chinnici”. Per poi ribadire: “Non ci sono le correnti, ognuno di noi si è spogliato dalle appartenenze politiche”. Milena Gentile aggiunge: “Siamo un gruppo eterogeneo ma ci accomunano tante cose. Ci siamo ‘sporcati’ le mani. Abbiamo spalato tanto…. Abbiamo fatto politica e diversi livelli”.
Mentre Antonio Rubino, che nei giorni scorsi ha chiesto le dimissioni del segretario dem siciliano Anthony Barbagallo dice: “Questa di oggi non è una nuova corrente. Stiamo facendo qualcosa di innovativo. Finora il centro sinistra è sempre stato caratterizzato dalle separazioni fino ad arrivare alla scissione dell’atono”. “Stiamo provando a unire cose diverse, profili, idee, esperienze politiche diverse”, aggiunge.
Poi Rubino spiega: “Faremo una campagna elettorale bellissima, sia per le regionali che per le politiche”. Mentre il deputato nazionale del Pd Carmelo Miceli dice: “Noi ci siamo sempre stati, se c’era da correre lo facevamo, nei momenti di dolore noi c’eravamo, questa è casa nostra. E’ la nostra vita, qui siamo diventati uomini e donne. Chi pensa che l’impegno nostro per questo partito dipenda dalla posizione che ci venga data non ha capito nulla delle nostre storie”. “Chi pensava che per effetto di una decisione di mancata riconferma potesse dimostrare che ci sarebbe stato il disimpegno si sbaglia di grosso”, aggiunge Miceli.
“Ho accettato la candidatura in posizione non utile nella convinzione di farla diventare utile – spiega ancora – La candidatura alle regionali prima di pensarla è stata proposta da chi è seduto qui. Non è un ripiego ma la proiezione di un progetto politico. Noi pensiamo che questa proposta sia il modo migliore per impegnarci e rimotivare chi dopo le scelte aveva perso le motivazioni”.
“La prima battaglia è quella di potere impedire alla peggiore destra della storia di governare questo paese e di minarne le istituzioni – dice ancora Carmelo Miceli – La campagna elettorale è iniziata con un attacco al Presidente della Repubblica, non dimentichiamolo. Non si può nascondere che c’è un attacco alla libertà di autodeterminazione dell’individuo: e non si può nascondere che in particolare in Sicilia quello che è stato messo in piedi è la prosecuzione di una non scelta. Renato Schifani non era il candidato di nessuno, né di Fi né della Meloni né di Cuffaro. Era il feticcio, era la mummia perfetta per continuare a mantenere l’equilibrio sterminato sulla figura di Musumeci. Io ero in aula quando i ragazzi dell’indietro venivano per le interpellanze, il Governo Musumeci no. Ero al Mise quando ci occupavamo di Almaviva e la Regione non c’era. Noi c’eravamo e la Regione non c’era”. E poi all’unisono dicono: “Il 26 settembre inizia una nuova era”. E Miceli: “Speriamo di potere portare linfa nuova al consiglio comunale”. Perché in caso di elezione alle regionali, lascerebbe il posto a Sala delle Lapidi a Fabio Teresi,primo dei non eletti. “Questa è la partita di tutti. La proposta era di metterci la faccia per tirare la volata al nuovo. Quella proposta non si può ritenere esaurita”, conclude.