Caso report, dopo la sentenza del Tar del Lazio è botta e risposta tra il conduttore Rai Sigfrido Ranucci e il deputato di Italia Viva Luciano Nobili. “Io sono figlio di un uomo delle forze dell’ordine. Per me la legge è sopra a tutto. E la legge mi permette di tutelare le fonti. E lo farò fino alla morte. Nobili, piuttosto, deve informarsi meglio. Non è il giudice ad aver chiesto l’accesso agli atti, ma un privato il quale ha chiesto l’accesso alle fonti giornalistiche. Fonti e attività giornalistiche che, se Nobili non lo sa – e questo mi stupisce visto che è un parlamentare e dovrebbe saperlo- sono tutelate dalla Costituzione”, commenta così Ranucci, all’Adnkronos, le parole di Nobili che ha stigmatizzato con durezza l’indisponibilità del conduttore a svelare le proprie fonti, oltre a definire di dubbia provenienza i materiali su cui si basano le ricostruzioni di Report.
“Di dubbio – ribatte Ranucci – c’è solo il dossier che Nobili ha presentato come interrogazione contro Report, certificato dalla storia come falso. Interrogazione nella quale ha rivelato le fonti di Report. Questa è la sua visione della libertà di stampa. Io le fonti giornalistiche non le rivelo – rimarca Ranucci – e Nobili dovrebbe sapere bene che anche di fronte a un giudice un giornalista può rifiutarsi di fornirle. Studi la Costituzione e la legge del suo Paese che mostra di non conoscere. Nobili e la libertà di stampa sono un ossimoro”.