(Adnkronos) – “Le fatturazioni fittizie da parte di Ranucci non sono state mai fatte, né vere né finte. Ranucci, in quell’incontro al ristorante con chi lo ha filmato a sua insaputa, ha bluffato per verificare la esistenza o meno del video hard con il quale Tosi poteva essere eventualmente ricattato. Ranucci ha bluffato anche quando ha assicurato agli interlocutori di avere entrature nei Ros e persino nei servizi segreti. E la stessa sentenza del dicembre 2019, che ha definito la vicenda, ha escluso attività di dossieraggio o di compravendita di materiale di inchiesta da parte dalla Rai, evidenziando come Ranucci abbia millantato la possibilità di fare fatture fittizie o di chiedere l’intervento di un suo amico dei Ros solo allo scopo di raccogliere prove necessarie all’inchiesta”. Così l’avvocato difensore di Sigfrido Ranucci, Luca Tirapelle, che ha seguito tutta la vicenda Tosi-Ranucci si sofferma con l’Adnkronos su due aspetti clou del caso, precisando che “del video hard sull’allora sindaco di Verona Flavio Tosi, non vi sono ad oggi prove dell’esistenza”.
L’avvocato di Verona evidenzia anche come la sentenza escluda, “sulla base di testimonianze”, che ci siano “fondi neri Rai usati per acquistare materiale utile all’inchiesta di Report o per effettuare attività di dossieraggio ai danni di politici di qualsiasi schieramento”. Un’ultima annotazione da parte dell’avvocato riguarda la querelle sulla novità rappresentata dai video pubblicati in questi giorni: “Non sono video inediti, giravano sui social già 8 anni fa”.