Ormai è abbastanza ’scafato’ da capire che oggi per fare politica dalle prime pagine dei giornali (specie quelli non ’amici’), è fondamentale ’dichiarare’, lanciare proclami il più possibile spiazzanti. Ed oggi, dopo mesi di apparente silenzio, tra un treno e un altro Matteo Renzi ha improvvisamente cavalcato il ddl Richetti, meglio conosciuto come la legge sui vitalizi. “Approvarla subito, così com’è”, ha chiarito subito l’ex premier. “Ieri a Napoli ho chiesto ai senatori di approvare la legge Richetti sui vitalizi e di approvarla subito, così com’è. Abbiamo iniziato questa battaglia – ha sottolineato dalla sua pagina Fb – alla Leopolda nel 2011. Ora c’è da fare l’ultimo miglio e per me va fatto subito”. Un’inversione di tendenza, quella manifestata dal segretario del Pd, che ’spariglia’ letteralmente i piani di lavoro dei vertici del gruppo Pd al Senato i quali, di concerto con il governo stavano lavorando sì all’approvazione della legge, ma con alcune modifiche. Questo perché il ddl Richetti rischia di essere bocciato dalla Consulta in quanto, per effetto dellèeventuale retroattività andrebbe a toccare ’diritti acquisiti’. In secondo, il gruppo di lavoro mostra seri dubbi circa l’incostituzionalità. Ed infatti il capofila della fronda dem ha sbottato: “Approvare la legge così com’è? Ma non esiste proprio. C’è tutto un iter parlamentare da fare…”. Secondo i dem infatti, “Renzi vuole una legge-manifesto da sventolare in campagna elettorale, sfilando il tema dei vitalizi ai grillini. O quanto meno ’scaricare’ su altri le colpe, nel caso in cui non si riuscisse ad approvare la legge entro la legislatura”. Questo proprio perché, allo stato attuale, qualora il ddl Richetti venisse modificato al Senato, tornerebbe alla Camera rendendone a rischio l’approvazione entro la legislatura: mancano i tempi. Il tempo è poco. C’è la sessione di Bilancio fino a fine novembre. Per i renziani il segretario “Cerca la spallata nella stessa finestra dello Ius Soli”. Tuttavia, dalla sua E-news, Matteo Renzi come sempre mostra di avere le idee chiare: “Abbiamo iniziato questa battaglia alla Leopolda nel 2011. Abbiamo fatto dei passi in avanti importanti in questi anni. Ora c’è da fare l’ultimo miglio e per me va fatto subito. Perché approvare la legge Richetti non significa fare un favore al populismo, significa fare un favore alla buona politica. Sono stato accusato, anche da alcuni amici, di cedere così al populismo grillino. Non siamo noi a rincorrere Beppe Grillo, ma è Grillo che rincorre Richetti. E sia detto da uno che non solo non ha il vitalizio, ma nemmeno indennità e immunità. Avvicinare le pensioni dei politici a quelli degli altri cittadini non è populismo: per me è buona politica. O no?”. Un’iniziativa quella del segretario, che i grillini ritengono un bluff, ricordando come appena pochi giorni fa, il Pd ha respinto la richiesta M5S di affrontare i vitalizi prima dell’avvio della sessione di Bilancio. Come spiega Giovanni Endrizzi, capogruppo del M5S in Senato, “Per oltre un anno e mezzo Renzi ha tenuto ferma la legge sull’abolizione dei vitalizi. Adesso, per rifarsi una verginità politica, dice di volerla approvare. Giovedì scorso il Pd ha votato contro la nostra proposta di esaminare la legge sui vitalizi prima di aprire la sessione di bilancio. Sarebbe bastato dire due paroline al suo capogruppo Zanda…”.
M.