Occorre una vera e propria rivoluzione culturale nel rapporto fra Stato e cittadino. E’ questo l’appedllo rivolto dal Presidente del Consi8gliol Matteo Renzi agli allievi della Guardia di Finasnza, nel corso dell’inaugurazione del nuovo anno accademico della Scuola di Polizia Tributaria delle Fiamme Gialle. Un occasione per una riflessione a più ampio raggio sulla situazione del Paese. “l’Italia – secondo Renzi- soffre di uno stereotipo negativo, ci raccontiamo molto peggio di come siamo” ma assicura anche che “e’ finito il tempo in cui i furbi pensano sempre di avere la meglio”, perche’ “il Paese non e’ in mano ai furbi. La battaglia piu’ grande e’ contro l’idea che non ce la facciamo, che non cambiera’”. Matteo Renzi sottolinea che “questa e’ un’occasione molto importante per il governo per fare il punto della situazione, e per il valore culturale della Guardia di Finanza”, perche’ “c’e’ un’importanza simbolica, e non solo nell’inizio dell’Anno Accademico”. Il messaggio di oggi e’ che “solo con l’adempimento con onore e disciplina riusciremo a cambiare questo Paese”. E allora, tanto per non uscire dall’attualita’, il presidente del Consiglio garantisce che “sulle riforme c’e’ un vasto consenso e andremo avanti velocemente”. A critici e scettici, l’inquilino di Palazzo Chigi manda a dire che “ancora non e’ chiara la cornice a molti, ma c’e’ un disegno alla fine del puzzle delle riforme”. In questo quadro di ritrovato spirito nazionale c’e’ spazio, ovviamente, anche per l’ambito d’azione dei padroni di casa. “Abbiamo bisogno di una rivoluzione culturale, perche’ oggi c’e’ una presunzione di colpevolezza”, chiarisce Renzi parlando del rapporto tra cittadino e fisco. Invece “serve l’approccio inglese e americano in cui il cittadino e’ moralmente accompagnato e il pubblico e’ un consulente e non un controllore”. Meno disteso il clima che resta tra minoranza e maggioranza del Pd, specie guardando alle scadenze istituzionali che, prima di quanto ipotizzato in precedenza, metteranno alla prova intese e accordi. Dentro e fuori il perimetro della maggioranza parlamentare. Allora, ecco il bersaniano Alfredo D’Attorre auspicare per la corsa al Quirinale “che Renzi non immagini un percorso in cui si concordi con Berlusconi un candidato che non abbia caratteristiche di autonomia e autorevolezza”. Un altola’ alle intese ’modello Nazareno’: “Noi – chiarisce l’esponente della minoranza Dem – dobbiamo eleggere un Presidente della Repubblica che deve essere il garante per il Paese per 7 anni, non per il governo Renzi”.
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