Ufficialmente’ il giro dei media è dovuto all’uscita del suo nuovo libro, ‘La mossa del cavallo’, nei fatti – sfruttando la grande ribalta – Matteo Renzi continua a far politica ma, ‘a modo suo’.
La situazione è abbastanza chiara: uscito dal Pd, fondando Italia Viva, l’ex presidente del Consiglio si è portato dietro una nutritissima schiera di uomini ‘messi’ ai vertici di precisi ‘posti di comando’ (dai vari sindaci ai ben 17 senatori), al punto che, con ‘l’accrocco’ M5s-Pd del Conte bis, ha avuto ‘vita facile’ entrando alla grande nella maggioranza. E’ ovvio che sulla carta non può funzionare anche perché, obiettivamente, dopo che per anni il M5s (non senza invettive) lo ha letteralmente ‘massacrato’, per il toscano aver a che fare con questi ultimi è a dir poco un supplizio. Non a caso lo ribadisce anche in questo suo ultimo libro dove, senza peli sulla lingua, in un passaggio ammette candidamente che “mi disgustava e mi disgusta aver a che fare con il M5s”. Di contro, proprio per la scissione, lo stesso Pd non ha sua volta ‘simpatia’ per il leader di Italia Viva.
Il problema per Renzi, ormai ‘trito e ritrito’, è che pur essendo all’interno della maggioranza, in realtà le sue proposte sono sempre state puntualmente ignorate. In molti ricorderanno infatti che i ‘mal di pancia’ del leader d Iv nei confronti del governo, erano iniziati addirittura prima dell’avvento del Covid-19. Poi è andata come è andata, con Conte che, vestiti i panni di ‘Cesare’ preso il comando, ha letteralmente messo le chiavi del Paese in mano ai virologi. Scemato poi l’allarme Covid-19 – causa crisi economica – e riaperto il Paese, quando si è finalmente tornati a ‘far politica’ sul serio (per modo di dire), la situazione non è affatto cambiata.
Così quando Renzi ha avuto la sua occasione di rivalsa, ne ha subito approfittato.
‘Caso’ ha voluto che, mentre il M5s si era fermamente opposto alla proposta della ministra renziana, Bellanova (sulla regolarizzazione dei ‘lavoratori agricoli’ extracomunitari), sia scoppiato il caso delle scarcerazioni dei boss per coronavirus. Una faccenda che è finita in Parlamento, con il ministro Bonafede che, ai voti, rischiava la sfiducia. A quel punto sapendo ‘di fare la differenza’, Renzi ha subito ‘messo al sicuro’ la proposta Bellanova: il M5s come avrebbe infatti opporsi sapendo che rischiava la ‘cacciata’ di Bonafede? Un ‘compromesso in pieno stile italico’ che ha però ulteriormente avvelenato quelli del M5s i quali, abituati ad inveire e ad attaccare, come i bimbi stizzosi, quando poi debbono cedere qualcosa impazziscono di rabbia. Conte dal canto suo ha come sempre diplomaticamente cercato di ‘metterci una pezza’, ricevendo la Boschi e le proposte di Iv, promettendo che ci avrebbe lavorato. Impegno in parate ‘disatteso’ con il ‘momentaneo’ ricompattamento M5s-Pd, sempre tagliando fuori Iv.
Renzi si è allora avvicinato a Conte, ritrovando ottimi rapporti addirittura con Berlusconi (il cui sogno atavico è il Quirinale), probabilmente ‘remando’ per un rimpasto, o una governo di unità nazionale con annessa Forza Italia, con Silvio disponibile a lasciare sia Fdi – che mai accetterebbe un ministero in un simile contesto – e (forse) la Lega all’opposizione, in ‘cambio’ della Presidenza della Repubblica.
Per tornare ad oggi, sempre promovendo il suo libro, Renzi si è quindi prodotto in un inedito ‘tour esplorativo’ con la benedizione di Berlusconi il quale, proprio stasera (guarda caso) intervenendo dalla D’Urso, si è ‘casualmente’ trovato a rispondere alla domanda su un suo eventuale futuro per il post Mattarella (“Vorrei che gli italiani si rendano consapevoli di quanto male e di quanta ingiustizia abbia subito da quando sono sceso in campo, 26 anni fa, non per ambizione personale, ma per salvare il mio paese, questo mi basterebbe”).. Da notare inoltre che, all’interno del seguitissimo Tg5 di stasera, ‘La mossa del cavallo’ ha avuto diversi minuti di servizio, con una serie di ‘domande-risposte’ perfette!
Ma non solo, più tardi Renzi ha poi proseguito il suo ‘tour’, presentando il libro su La7, da Giletti e, anche qui, ha rilanciato il puntuale ‘segnale’: ”Non mi ascoltano? Questo non è più il mio governo. A me piacerebbe, come era in passato, spingere tre tasti e far partire tutto. Ero il responsabile ed era colpa o merito mio, oggi non è più così”.
Infine, il ‘frasone finto naturale’, in realtà studiatissimo: “Oggi c’è una situazione molto più impaludata, con governi di coalizione, e io a questo punto sono a un bivio“, ha quindi ‘avvertito’ Renzi con una precisione chirurgica: “O mi metto in un angolino e sto lì a dire tutto quello che non va, come fanno in tanti che prendono consenso, o cerco piano piano di spingere perché qualcosa venga fatto come ad esempio con la riapertura anticipata o con l’Irap tolta almeno in parte alle aziende. Il punto fondamentale per me oggi è tapparmi un po’ la bocca su tutte le idee che vorrei tirare fuori e cercare di dare una mano concreta e pragmatica per cercare di risolvere qualcosa”.
Quindi, lasciando perfettamente intendere di essere pronto a ‘disarcionare’ definitivamente il M5s, Renzi ha concluso aggiungendo: “E’ chiaro che ci sono tante contraddizioni anche sui temi della giustizia, si tratta di trovare un faticoso compromesso, e nel mio libro racconto anche il dolore personale del compromesso. Io ho dovuto fare l’accordo con gente che ha detto di me le cose più incredibili”, ha quindi precisato, lanciando poi un bel sasso contro la finestra del comico genovese (in quanto tale, ‘sensibile’ al soldo) affermando che “ho una causa aperta con Beppe Grillo per 1 milione di euro di risarcimento per diffamazione. Stiamo parlando di persone dalle quali sono profondamente diviso, ma viene prima l’Italia“.
Che dire? Silvio Berlusconi non è certo uno sprovveduto (“Collaborare con Conte? Vogliamo soltanto mettere le nostre competenze non al servizio di questo o quel governo, ma al servizio degli italiani“), e Matteo Renzi è ormai un ‘astuto e preparatissimo’ politico, e siamo convinti che il suo paziente e certosino ‘lavorio’ non tarderà a dare i suoi frutti…
Max