Lancia segnali di ottimismo Matteo Renzi rientra a palazzo Chigi dopo la cerimonia all’Altare della Patria per la giornata dell’Unita’ nazionale e delle Forze armate. “tranquilli non molliamo” assicura ad alcuni cittadini che lo incitano a proseguire nel suo impegno. In primo piano nell’agenda del Premier sempre i temi dell’occupazione e del jobs Act, ma anche la legge di stabilità sulla quale è concentrato anche il lavoro parlamentare.con le audizioni di Abi, Rete imprese, sindacati, Regioni e comuni. In serata sara’ lo stesso ministro dell’Economia, Piercarlo Padoan, a parlare alla commissione Bilancio congiunta di Camera e Senato. Le diverse parti economiche e sociali tratteggiano un bilancio in chiaro-scuro della manovra. L’Associazione Bancaria Italiana ritiene che il ddl Stabilita’ “contenga misure importanti ed innovative e che segni una discontinuita’ rispetto al passato”, ma il direttore generale, Giovanni Sabatini, mette in guardia sulle misure di tfr in busta paga e sui possibili “effetti che potranno avere sulla previdenza”. Stesso allarme da parte dell’Ance, che teme effetti negativi sulle Pmi. Per il resto la rappresentanza dei costruttori giudica la manovra “innovativa sul piano della riduzione della pressione fiscale ma sul piano della crescita rimane sostanzialmente legata alla logica di austerita’ europea”. Mentre un rapporto di Confcommercio stima che l’eventuale incremento di Iva e accise portera’ una crescita dei prezzi del 2,5% e ” nel triennio 2016-2018 si avranno complessivamente 65 miliardi in meno di consumi da parte delle famiglie”. Ma le critiche piu’ forti arrivano da Regioni e Comuni. Piero Fassino, presidente Anci, sottolinea come la verifica svolta dal ministero dell’Economia sugli effetti dei tagli previsti dalla legge di stabilita’ da’ ragione alle previsioni fatte dai Comuni, e si attesti su “un taglio per 3,7 miliardi di euro”. E Sergio Chiamparino ha sottolineato come se non ci sara’ un percorso “condiviso che consenta di gestire in modo sostenibile i 4 miliardi di tagli” c’e’ il rischio di un aumento delle imposte locali. Ultimativa la posizione della Lega e dei suoi governatori: “Renzi ci ascolti” o dalla Lega “avra’ una dichiarazione di guerra” ha detto il segretario federale del Carroccio, Matteo Salvini. Se oggi non arriveranno risposte per diminuire i tagli alle Regioni, “Veneto e Lombardia diranno no in tutte le maniere possibili e immaginabili. E anche di piu’. Sulla stessa linea Luca Zaia e Roberto Maroni, presidenti del Veneto e della Lombardia