Complice un’astuta e ben programmata ‘campagna stampa’, chi è poi riuscito (tramite un inatteso ‘compromesso’), ad aggiudicarsi il ‘potere esecutivo’ a Palazzo Chigi, è riuscito nel suo intento principale: scatenare una diffusa sfiducia ne suoi confronti, reo di aver sempre ‘attaccato’ a testa alta. Poi, e questo va detto, di suo, Matteo Renzi ce la mette tutta per rendersi ‘antipatico’. Figuriamoci, per giunta, tutto ciò, in un Paese che ormai fonda la sua ragion d’essere sull’immagine mediatica! Eppure, che piaccia o meno, l’ex sindaco di Firenze oggi è forse il più lucido ed attento tra i leader all’interno del Parlamento. Preparato, ‘inserito ovunque’, aiutato da una non comune capacità di analisi e, a ‘modo suo’, non attratto dalla ‘regalità’ della figura istituzionale, quanto invece da quello che questa può esprimere incidendo in termini ‘storici’. Ci è andato molto vicino quando propose i famosi referendum – per altro più che azzeccati – poi naufragati perché, come promise ‘ci metto la faccia’, e fu la fine. Tuttavia nessuno si illuda: Renzi è sempre lì, spesso ‘dietro le quinte’, ad incarnare ‘l’ago della bilancia’, anche quando nessuno ci fa caso. Ecco perché quando decide di esporsi in prima persona, quando non centra completamente l’obiettivo, possiamo star sicuri che, se non altro, lo ‘prende sicuramente di striscio’.
In attesa della sua ormai nota E-news del martedì, dove analizza e dibatte gli accadimenti politici, già stamane, intervenendo su La7 – a ‘L’Aria che tira’ – il leader di Italia Viva ha tracciato il quadro della situazione con estrema lucidità: “O c’è Draghi o si va a votare. Secondo me Salvini e Berlusconi, dopo questa vicenda, sono più vicini a una lista unica. Dentro il Pd qualcuno dirà a Letta ‘anche basta con Conte’, e Di Battista e Raggi faranno le scarpe a Conte“.
Tuttavia, lasciando trapelare la sua stima per il premier, Renzi ha poi affermato che “Draghi dovrà decidere e io mi auguro, e penso che andrà a finire così, faccia prevalere il senso delle istituzioni che lo caratterizza da sempre, perché Draghi sa rispettare le istituzioni. Draghi è uno statista che pensa al Paese, Conte è uno stagista che pensa ai grillini, gente malata per i sondaggi, che pensa esclusivamente ai sondaggi non capendo che si fa politica con le idee e non con i sondaggi“.
Poi come al suo solito, lasciando spazio alla sua graffiante ironia, il leader di Italia viva la butta là: “Faccio una scommessa: Conte voleva mandare a casa Draghi ma io dico che la grande maggioranza dei grillini manderà a casa Conte, come quello che partiva per suonare e finisce suonato“. Anche perché, aggiunge poi facendosi serio, “Il capogruppo dei grillini, si chiama Crippa, si sta spostando. Dentro i 5 stelle c’è uno psicodramma. Stiamo assistendo a come muoiono le 5 stelle, stanno litigando tra loro e vorrebbero iniziare prima alla Camera“.
Infine, in riferimento a quanto abbiamo all’inizio, togliendosi finalmente il ‘sassolone’ dalla scarpa, a tre anni di distanza, Renzi ha concluso: “Pd e 5 stelle devono prendere atto che il campo largo è un campo allagato, devono capire che quel grande sogno che vedeva in Conte il forte punto di riferimento progressista non c’è più…“.
Max