Renzi, l’Expo una grande opportunita’. “I delinquenti vanno fermati”

Una riunione operativa nella sede di Expo e, a seguire, un incontro con gli imprenditori. Matteo Renzi domani torna a Milano per l’Expo, accompagnato dai ministri Maurizio Martina e Maurizio Lupi e, forse soprattutto, dal presidente dell’Autorita’ anti-corruzione, Raffaele Cantone. Una trasferta nel capoluogo lombardo che si carica di significato, cone Renzi che chiarisce di voler “mettere la faccia”, come si dice, su un appuntammento su scala mondile la cui immagine rischia di restare sfregiata dall’inchiesta che ha portato a sette arresti. “I sondaggisti dicono che non mi conviene entrare nella dinamica dell’Expo, che non mi conviene mischiare la mia faccia pulita con quei problemi. Preferisco rischiare di perdere qualche punto nei sondaggi che perdere una gigantesca opportunita’ in termini di investimenti e posti di lavoro”, e’ la sfida viso aperto che arriva dall’inquilino di palazzo Chigi. E non e’ il solo, Renzi, a fare quadrato: “I ladri ci sono stati, ci sono e ci saranno sempre ma l’Italia non puo’ essere un Paese che si rassegna a non fare le grandi opere”, dice per esempio Pier Ferdinando Casini.

Anche Silvio Berlusconi garantisce che “l’Expo e’ superimportante, e’ stato il mio governo a chiamare tanti stati a partecipare. E’ un vanto del mio governo e guai se le cose non fossero perfette il giorno dell’apertura”. “I fatti scoperti non riguardano la mia parte politica, non ci entriamo per niente”, assicura l’ex premier. Rinunciare all’Expo 2015 significherebbe consegnare una vittoria alla criminalita’, “soprattutto adesso significherebbe dimostrare che l’illegalita’ vince”, conviene Raffaele Cantone, appunto il presidente della neonata Autorita’ nazionale anticorruzione. “Dire no all’Expo – aggiunge il magistrato – non a priori ma proprio ora significa dimostrare che siccome ci sono fenomeni corruttivi vasti, lo Stato non e’ in grado di porvi argine. Come quando si dice non facciamo una partita di calcio perche’ c’e’ il rischio tifosi. E’ evidente che sarebbero sconfitte, sconfitte che la nostra democrazia non si puo’ permettere. Ma dico questo da cittadino, io sono un funzionario dello Stato e se mi viene chiesto qualcosa lo faccio, le valutazioni politiche spettano ad altri”. E quanto al fronte giudiziario, l’imprenditore Enrico Maltauro, arrestato nell’ambito dell’indagine, avrebbe fatto “parziali ammissioni sui fatti materiali che gli sono contestati” nell’interrogatorio di garanzia, durato circa un’ora e mezzo, che si e’ svolto nel carcere di Opera davanti al gip Fabio Antezza, riferisce il suo legale, l’avvocato Paolo Grasso. In un filmato agli atti dell’inchiesta, si vede Maltauro consegnare a un altro degli arrestati, Enrico Cattozzo, il 17 aprile in corso Sempione a Milano, 15mila euro in una busta. Sempre stando a quanto riferito dal legale, Maltauro ha affermato che e’ sua intenzione chiarire i fatti in un prossimo interrogatorio davanti ai pm. Angelo Paris, il manager di Expo2015 arrestato nell’ambito dell’indagine che tocca anche alcuni appalti relativi alla manifestazione, ha chiesto al gip di Milano, Fabio Antezza, l’autorizzazione ad inviare alla societa’ per cui lavora una lettera di dimissioni. Paris ricopre il ruolo di direttore generale della divisione Construction and dismantling e responsabile dell’Ufficio contratti di Expo2015 Spa. Durante l’interrogatorio di garanzia, che si e’ svolto nel carcere di Opera, Paris ha risposto per circa due ore alle domande del gip (erano presenti anche i pm Claudio Gittardi e Antonio D’Alessio) stando a quanto riferito dal suo legale, Luca Troyer, “ha chiarito la sua posizione”. Ha rilasciato dichiarazioni spontanee, invece, Sergio Scattozzo, ex segretario regionale ligure dell’Udc, che si e’ avvalso della facolta’ di non rispondere alle domande del gip. E fa chiarezza anche il commissario unico del Governo per Expo 2015, Giuseppe Sala: “Non ho mai parlato, ne’ avrei mai parlato con personaggi tristemente noti sul territorio lombardo e non solo. Sarebbe stata un’ingenuita’ per non dire peggio”.
  Ascoltato dalla commissione Antimafia, Sala rileva che “non ci sono gare condizionate, a quanto dice la Procura. I controlli e il sistema di verifica di Expo sono molto importanti”. E il ministro dell’Interno rivendica che “sull’Expo abbiamo svolto una forte azione di contrasto alle infiltrazioni criminali: 33 aziende escluse, 66 cantieri controllati, 2.400 soggetti controllati. Questi sono i fatti contro l’infiltrazione criminale”. “Adesso contro la corruzione una task force che avra’, anch’essa, un ottimo risultato”, e’ sicuro Angelino Alfano.