Se non mi fanno fare le riforme allora sì che è fallito il mio progetto e vado a casa. Così il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ospite di Radio anchio su Radio Uno. In vista del voto, in Italia tutto il dibattito si concentra solo sulle percentuali. Lo trovo abbastanza deprimente – dice Renzi – Alle scorse elezioni europee il Pd ha preso il 26%, alle politiche con Bersani il 25%. Se noi andassimo sotto queste cifre il Pd ha nettamente perso. Sono convinto che possiamo fare un grande risultato, vedo una grande mobilitazione. Non credo che sia un problema di percentuali, anche se sono convinto che possiamo fare un risultato straordinario. Noi vinceremo le elezioni – sottolinea – se saremo il primo gruppo al parlamento europeo, superando i socialisti tedeschi. Dopo aver affermato di non avere alcuna intenzione di cambiare la maggioranza, in base al risultato (Fi e M5S sono allopposizione e la situazione non cambierà: si vota per il Parlamento europeo e non per le politiche in Italia), Renzi chiarisce che il doppio incarico non esiste, se i candidati del Pd alle europee saranno eletti, lasceranno il Parlamento italiano. Il premier interviene anche sullo spread, ritenendo che la sua crescita non sia un segnale di sfiducia dei mercati nei confronti del governo. Non credo ai burattinai europei che si mettono al lavoro. E chiaro – osserva – che quando cè una prospettiva di sviluppo, il livello dello spread è sceso sotto i 150. Adesso siamo a 184. Non credo alla cultura dellalibi. Io non cerco alibi: se falliamo la colpa è solo mia, se vinciamo – conclude – il merito è degli italiani.