Regno Unito, Caos May: Brexit al piano B

La Brexit al piano B nel Regno Unito. Spunta una exit strategy a poche ore dal voto che secondo le previsioni sancirà il KO della May. E sembrerebbe che portare la Brexit al piano B sia ormai una delle strade che la stessa May, con il suo entourage, stia valutando con ormai concretezza estrema,
E’ imminente il voto che nel territorio britannico potrebbe, secondo le anticipazioni della stampa e ai conteggi, voto per voto, sancire la pesantissima sconfitta della May e della sua linea sull’uscita dall’universo europeo. E dunque spunta la strada che porterebbe la Brexit al piano B che molti non immaginavano fino a qualche tempo fa.
Quale?
Dal momento che pare che nessuno e niente possa frenare il countdown negativo per la strada indicata dalla May anche dopo l’accordo con Bruxelles, la stessa May nel suo ultimo discorso non ha escluso, pur parlando tra le righe, la chance che si possa arrivare alla tanto bistrattata proroga dell’Articolo 50, che in pratica stabilisce il gong ultimo per il negoziato. Verso questa strada, ad esempio, si sta dirigendo una pletora di deputati, sia di maggioranza che di opposizione, i quali si oppongono alla ipotesi del ’no deal’. Da qui l’idea di un possibile piano per obbligare la May ad estendere o revocare l’Articolo 50, qualora il Parlamento non raggiunga un accordo sulle modalità di uscita dall’Unione europea.   Se effettivamente l’accordo sarà bocciato, la premier dovrà necessariamente proporre un piano B in pochi giorni, al più tardi il 21 gennaio. Un’altra ipotesi è quella che suggerisce che la May, una volta sconfitta, si recherà a Bruxelles mercoledì per negoziare nuove, ultimi concessioni. La premier britannica Theresa May a 24 ore dal voto sulla Brexit, aveva chiesto di “dare una seconda occhiata” all’accordo con Bruxelles in quanto”l’Ue non lo cambierà”.  La premier May, nel definite l’accordo “non perfetto ma è l’unico possibile” ha provato a giocare con un esercizio di franchezza. “Questo accordo non è perfetto, è un compromesso ma quando verranno scritti i libri di storia, saremo giudicati per il fatto se siamo stati capaci di dare al popolo ciò che ha chiesto o se abbiamo fallito”.