La recente epidemia che ha attanagliato il Paese ha prepotentemente riportato alla ribalta i burrascosi e labili rapporti rapporti fra il governo centrale e le Regioni. Una diatriba difficile, articolata da reciproci rimbalzi di responsabilità ancora oggi, come vediamo, tali da indurre alcuni governanti a decidere per proprio conto.
Dal canto suo attraverso Boccia, l’esecutivo ha tentato una ‘mediazione’ – come abbiamo visto, partita malissimo – al momento delle riaperture, mostrando di non avere il coraggio (l’autorità), di fare una distinzione fra quelle avrebbero potuto riaprire subito e quante invece ‘ancora a rischio’.
Bonaccini: “O arriva i fondi o chiudiamo le relazioni”
Ora però arriva ‘il bello’. Sì perché, a settembre, il Paese sarà chiamato a rinnovare i ‘parlamentini’ Regionali, e questo finirà inevitabilmente per pesare su una maggioranza di suo già abbastanza ‘accroccata’.
E stamane attraverso una videoconferenza stampa, il presidente dell’Emilia-Romagna e della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini (nella foto), ne ha approfittato per lanciare una sorta di ‘ultimatum’ a Palazzo Chigi: “Con il Governo, lo dico da presidente della Conferenza delle Regioni, bisogna che arriviamo a un accordo perché o il Governo stanzia altri 2 miliardi di euro per le Regioni a statuto ordinario o altrimenti, noi interromperemo le relazioni istituzionali. Stiamo lavorando bene insieme, non ho dubbi che troveremo un accordo, ma le cose bisogna dirle con grande chiarezza”.
Bonaccini: “Scuola, le linee guida non sono ricevibili”
Ma non solo, Bonacini ha anche colto l’occasione per ‘affrettare’ il Piano Scuola che, al momento (come a solito) sembra ancora in altomare: “Quanto alla scuola – ha aggiunto Bonaccini – mi auguro che si trovi un accordo perché le Linee guida presentate non erano ricevibili. Abbiamo fatto delle controproposte che spero il ministero possa recepire. Oggi discuteremo di nuovo in Conferenza delle Regioni, presenteremo una proposta unitaria perché abbiamo bisogno di certezze per poter riaprire le scuole, se non tutte, in gran parte in presenza. La scuola è un asse fondamentale del Paese ma è scuola se è l’insegnante con lo studente di fronte”.
Brutti momenti per il governo che, dopo la ‘mossa’ di Villa Pamphili s’illudeva fosse di aver trovato la quadratura del cerchio: basterà quanto ‘minacciato’ – seppure bonariamente – da Bonacini, per far capire a Palazzo Chigi che servono i fatti (subito) e meno chiacchiere?
Max