Fiumi e laghi a secco: la Regione Lazio proclama lo stato di calamità naturale e un piano anti-siccità.
“Lo stato di calamità è lo step iniziale per adottare le prime di contenimento e prepararci a una situazione che sarà molto critica e dovrà basarsi sul risparmio idrico in tutte le attività, a partire dai consumi familiari, e anche alla ricerca di forme di approvvigionamento e di presenza vicino alle amministrazioni comunali”, ha detto il governatore del Lazio Zingaretti.
Regione, comune, Consorzio di bonifica e Autorità di bacino del Tevere attiveranno l’osservatorio straordinario per ragionare sulle iniziative che, in assenza di pioggia, saranno necessarie.
Dai razionamenti delle fontane alla lotta agli sprechi monitorando la situazione con le prefetture, Acea e gli altri attori interessati, ha sottolineato Zingaretti, il cui annuncio si concretizza proprio nella riunione straordinaria a Palazzo Valentini.
Una situazione, quella della calamità naturale, che era nell’aria per via delle scarse precipitazioni che hanno portato il Tevere ad avere un metro d’acqua in meno rispetto alla media stagionale. Problema, come indicato dall’Anbi Lazio riscontrato anche ai Castelli Romani, dove i laghi sono ai minimi storici con deficit idrico quantificabile in 50 milioni di metri cubi.