La Regione Lazio in questi giorni contraddistinti da una costante allerta meteo, guarda con particolare attenzione alla Valle del Sacco.
Per evitare qualsiasi conseguenza dall’esondazione del fiume Sacco, l’Assessorato all’Ambiente si è subito attivato per avere dall’Arpa i risultati delle analisi inerenti i terreni sui quali è straripato il fiume. Le aree sono sottoposte ad un controllo costante, anche per la delicata situazione ambientale della Valle, e i risultati saranno utili per comprendere l’entità di eventuali danni. Lo rende noto Daniela Bianchi, consigliera regionale del gruppo “Per il Lazio”. “Questo evento straordinario però, continua la Bianchi, deve far riflettere sulla necessità che la Valle del Sacco torni ad essere un Sito di Interesse Nazionale. Ripercorrendo la vicenda racconta la consigliera nel gennaio del 2013 il governo, con il decreto pubblicato nella g.u. n.60 del 12 marzo 2013, declassò la zona da SIN (sito di interesse Nazionale) a SIR (sito di interesse regionale). Il declassamento potrebbe diminuire la portata degli interventi di bonifica e non è assolutamente giustificabile, vista l’estensione dell’area inquinata e le criticità ancora presenti. Una decisione sbagliata, quindi, contro cui la Regione Lazio guidata da Zingaretti si è subito opposta, facendo ricorso al Tar per ottenere l’annullamento del decreto. Un’azione decisa e tra le prime messe in atto dalla nuova amministrazione regionale. E’ bene sottolineare però, l’importanza del coinvolgimento dei Comuni nelle progettualità di risanamento ambientale, visto che spetta a loro il compito di intervenire nel quadro delle azioni complessive. Per questo, ho invitato la Rete dei Comuni per la Bonifica dei Siti di Interesse Nazionale ad un confronto nell’ambito dei lavori del tavolo sulla Valle del Sacco insediatosi nell’VIII commissione consiliare. Incontro che vedrà anche il coinvolgimento di tutti i Comuni della Valle del Sacco compresi tra le province di Roma, Frosinone e Latina.” “In attesa che il Tribunale Amministrativo si pronunci – rilancia la consigliera – il mio auspicio è che si tengano in considerazione anche i fatti di questi giorni, per ricordare la necessità di intervenire in maniera sistemica sul problema facendo nostro il principio guida della manutenzione del territorio. Interventi di prevenzione sul rischio idrogeologico, di valorizzazione del paesaggio e di limitazioni del consumo del suolo a cui aggiunte le bonifiche e le riconversioni delle aree inquinate sono l’unica strada possibile, lo ripeto per l’ennesima volta, per dare avvio ad una nuova economia. Come dichiarato dallo stesso Ministro dell’ambiente Orlando – conclude Bianchi – possiamo tramutare una criticità in una grande occasione di sviluppo: le operazioni di manutenzione del territorio, per loro natura, richiedono saperi e manodopera locali che non soffrono la competizione internazionale. Ed è evidente come sia impossibile delocalizzare la messa in sicurezza di fiumi e suoli.”