“Stanziati 200 mila euro, a decorrere dallanno in corso, per favorire la piena accessibilità delle persone sorde allinformazione, alla comunicazione, alla cultura e ai servizi pubblici. Prevista lattivazione dello screening uditivo neonatale in ogni punto nascita della Regione. Via libera allunanimità dalla V commissione del Consiglio regionale del Lazio alla proposta di legge ’Disposizioni per la promozione del riconoscimento della Lingua dei Segni Italiana e la piena accessibilità delle persone sorde alla vita collettiva. Disciplina dello screening uditivo neonatale’, primo firmatario il presidente della commissione Eugenio Patanè (Pd). Il testo passa ora allesame dellAula”. Così in una nota l’Area informazione della Regione Lazio. “Con la proposta di legge si intende favorire il ricorso alla Lingua dei Segni Italiana (LIS) nei servizi educativi di prima infanzia e il supporto agli studenti attraverso servizi specialistici, ricorso a programmi di riconoscimento vocale e scrittura veloce e impiego di ausili o altre misure idonee a favorire l’apprendimento e la comunicazione – si legge nel comunicato – Ancora, si incoraggia il ricorso all’uso della LIS e delle nuove tecnologie nei percorsi formativi professionali, nei servizi pubblici e nella comunicazione istituzionale; la realizzazione di telegiornali regionali e programmi televisivi con sottotitoli e traduzione simultanea; lo svolgimento di manifestazioni culturali ed eventi di pubblico interesse attraverso l’uso della LIS; la promozione di servizi di informazione e sensibilizzazione; forme di collaborazione con associazioni di tutela delle persone sorde e enti di ricerca e formazione. Il tutto attraverso listituzione di un apposito Fondo regionale, con una dotazione per lanno in corso di 200 mila euro. Il testo prevede, inoltre, lattivazione, in ogni punto nascita regionale, dello screening uditivo neonatale per la diagnosi precoce delle disabilità uditive, oltre alla promozione di corsi di comunicazione e di interpretariato della LIS per insegnanti e operatori socio-sanitari e la formazione – anche attraverso appositi sportelli all’interno delle Asl – di équipe di sostegno alle famiglie di sordi, composte da medici ed esperti specializzati in sostegno psicologico e linguistico”.