(Adnkronos) – Giorgia Meloni festeggia la vittoria schiacciante di Fratelli d’Italia e del centrodestra alle regionali in Lombardia e nel Lazio. Per la presidente del Consiglio si tratta di “un importante e significativo risultato che consolida la compattezza del centrodestra e rafforza il lavoro del governo”. Ma ora sul tavolo della premier e leader di Fdi c’è il nodo dei rapporti con gli alleati, dopo il ribaltamento degli equilibri interni alla coalizione: un dato, quello uscito dalle urne nelle due regioni, che cristallizza lo scenario fotografato a livello nazionale dalle elezioni politiche dello scorso settembre.
In Lombardia intanto Fdi già prenota i posti, chiedendo la vicepresidenza della regione per Romano La Russa, fratello del presidente del Senato Ignazio, e almeno 8 assessori. “E’ evidente che gli equilibri cambieranno nel rispetto della coalizione, perché c’è sempre la squadra, la squadra di ‘destra-centro’ ha dimostrato di essere molto forte”, afferma il ministro del Turismo Daniela Santanchè, coordinatrice di Fdi in Lombardia. Di fronte ipotesi di una conferma di Guido Bertolaso all’assessorato al Welfare, l’esponente meloniana si limita a rispondere: “Non so che cosa ha intenzione di fare Bertolaso, ma è una decisione collettiva tra gli alleati”.
Dalle parti di Arcore si preferisce non parlare di “poltrone” e lo fa capire chiaramente la capogruppo di Fi al Senato Licia Ronzulli: “Francamente le questioni sulla vicepresidenza e sulla giunta a me in questo momento non interessano. Oggi è il giorno della soddisfazione per la vittoria di Attilio Fontana e parlare di equilibri, di vicepresidenza e di numero degli assessori va a sminuire la vittoria del centrodestra”. Dal canto suo il governatore leghista Attilio Fontana ostenta prudenza: “Valuteremo a bocce ferme”, dice l’esponente del Carroccio, che alla domanda su come il risultato di Fratelli d’Italia cambierà gli equilibri in giunta, risponde: “Nessuno imporrà il suo punto di vista”. Quel che è certo, però, è che Via della Scrofa intende far valere il peso dei propri numeri, soprattutto in Lombardia (dove il partito di Meloni viaggia sopra il 26%), e chiedere un cambio di rotta nella gestione delle nomine nelle partecipate.
Lo dice chiaro e tondo all’Adnkronos Marco Osnato, deputato Fdi eletto in Lombardia e presidente della Commissione Finanze di Montecitorio: “Se ora la musica deve cambiare? Non so, dico solo che deve essere una sinfonia e non un assolo…”. “Evidentemente, come si può notare, gli equilibri sono cambiati. La vittoria del centrodestra era la prima cosa che ci interessava, Fdi si conferma primo partito. Se gli elettori ci hanno dato questa importante responsabilità, questo si deve riflettere anche nella rappresentanza all’interno delle istituzioni. Ha ragione Fontana, ci saranno i giusti pesi e con le persone più appropriate. Noi sicuramente abbiamo persone da spendere”.
Sull’ipotesi di Romano La Russa vice di Fontana, Osnato non si sbilancia: “Questo non lo so, La Russa è sicuramente persona di esperienza e di riferimento nel partito, sarà valorizzato, decideremo con calma”. “Nella scorsa legislatura – osserva ancora il parlamentare – la regione Lombardia aveva uno sbilanciamento molto forte nei confronti di una forza politica. Oggi crediamo che ci sarà una più efficace condivisione su alcuni obiettivi. E per fare questo serve un intervento molto forte sulla macchina amministrativa, che ha bisogno di forze fresche. Mi riferisco soprattutto alle partecipate, che storicamente sono il braccio dell’operato politico della giunta”.
Mutati i rapporti di forza, Fdi dovrà temere la reazione degli alleati Forza Italia e Lega? “Non siamo preoccupati, siamo una coalizione da 30 anni e lo siamo stati con pesi variabili. Fi storicamente è stato sempre il partito più forte, oggi è quello meno forte. Avrà l’attenzione che merita sia in termini di programmi che di persone”.
L’uscita di Silvio Berlusconi sull’Ucraina e sul presidente Zelensky viene liquidata come battuta a titolo personale: “Mi pare di capire che nessuno in Fi lo abbia seguito. Forse si è espresso male… Di sicuro non rappresentava il sentire della coalizione e del suo stesso partito”, dice Osnato.
Fdi si gusta il trionfo anche nel Lazio, regione strappata al centrosinistra, dove il partito di Via della Scrofa supera ampiamente la soglia del 30%. La vittoria di Francesco Rocca, l’ex presidente della Croce Rossa fortemente voluto da Meloni, compatta una forza politica che nelle ultime settimane ha vissuto anche tensioni interne, dopo la scelta della leader di commissariare la guida capitolina del partito affidandola al responsabile organizzativo Giovanni Donzelli.
“Il centrodestra di solito viene penalizzato dall’affluenza bassa, questa volta la scelta di proporre un candidato convincente ha pagato. Questo è un voto con forte risvolto politico, che conferma il buon lavoro fatto anche a livello nazionale. Ci dà una spinta ancora maggiore”, commenta con l’Adnkronos Massimo Milani, parlamentare ‘rampelliano’ ed ex coordinatore romano di Fdi sostituito da Meloni dopo un contestato evento elettorale a sostegno di due candidati della corrente che fa capo a Rampelli.
Milani ha chiesto alla premier di tornare sui propri passi e non molla la presa: “Oggi è un momento di grande gioia, eravamo tutti insieme a festeggiare, godiamoci la vittoria e nei prossimi giorni cercheremo di chiarirci. Ma questo adesso è in secondo piano. Io continuo ad auspicare un chiarimento”.
(di Antonio Atte)