(Adnkronos) – Fratelli d’Italia decida se fare il padre di famiglia che “si sacrifica per i propri figli” o se fare come il Conte Ugolino, che secondo la leggenda ripresa da Dante nella Divina Commedia, si cibò della sua prole. Questa la riflessione che Stefano Candiani, deputato e big della Lega, fa con l’Adnkronos mentre nel centrodestra si registra uno stallo nella trattativa per definire le candidature in vista delle prossime elezioni regionali. La Lega preme in Sardegna per la ricandidatura del suo governatore uscente, Christian Solinas, mentre Fratelli d’Italia punta sul sindaco di Cagliari Paolo Truzzu. Il partito di Matteo Salvini però non molla e prova a blindare il suo uomo: “Fino a prova contraria Solinas è un presidente di regione di coalizione, lo abbiamo condiviso al tempo ed è giusto anche condividerlo oggi”, dice Candiani.
“L’evidenza – osserva l’ex sottosegretario all’Interno – dice che il centrodestra unito vince: 5 anni fa in Sardegna con Solinas candidato abbiamo vinto. Ecco, diciamo che spiace avere delle fughe in avanti, anche rispetto a un tavolo di confronto. Sennò ciascuno mette il proprio paletto e diventa tutto più complicato”. Ma soprattutto, insiste Candiani, “spiace che venga data un’opportunità a chi cerca di gettare discredito sul centrodestra, quando nella realtà dei fatti la prova provata è che il centrodestra unito vince”.
Oltre alla Sardegna, Fdi ‘reclama’ anche la presidenza dell’Umbria (a scapito di una ricandidatura della presidente leghista uscente, Donatella Tesei): il partito di Giorgia Meloni vuole contare di più, essendo il leader della coalizione… “In genere, e questo lo insegna l’esperienza, chi ha la responsabilità maggiore all’interno della coalizione ha anche la responsabilità di tenere conto di chi ha numeri più contenuti. Il padre di famiglia si sacrifica per i figli, non il contrario: altrimenti – rimarca Candiani all’Adnkronos – abbiamo il Conte Ugolino”.
A proposito della scelta di Matteo Salvini di non candidarsi alle europee, il deputato della Lega afferma: “Credo che la riflessione sia ancora in corso, però oggettivamente Matteo è il primo che prende una posizione di questo tipo e se dovesse essere confermata questa decisione a mio avviso sarebbe comunque un elemento di chiarezza rispetto a delle prassi che in passato sono state condivise un po’ da tutti i leader, cioè candidarsi, tirare la lista e poi fare un passo indietro per il primo dei non eletti. E avendo lui un impegno di governo, la sua scelta è un elemento di sincerità e chiarezza rispetto agli elettori”, chiosa Candiani. (di Antonio Atte)