Stangata alla Multiservizi, la partecipata del Comune di Reggio Calabria sciolta per mafia. Otto manager dell’azienda sono stati arrestati questa mattina, dalla Guardia di Finanza per bancarotta fraudolenta.
I professionisti arrestati avrebbero consentito materialmente alla ‘Ndrangheta di entrare e nascondersi all’interno della Multiservizi, oltre ad aver progettato manovre per dirottare cospicui fondi pubblici destinati alla manutenzione cittadina nelle casse delle cosche.
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“È un’operazione importante per la città perché si dà conto di quello che è successo in quegli anni. C’era un sistema creato per predare le casse di Reggio Calabria” ha dichiarato il procuratore Bombardieri.
Nonostante i vari cambi societari di copertura, è emerso dalle indagini come la Multiservizi fosse appannaggio del clan Tegano, che la gestiva per le famiglie di Archi, espressione apicale della ‘Ndrangheta cittadina.
Aggiornamento ore 11.00
I manager arrestati erano capaci di distrarre e dissipare i fondi regionali in maniera regolare, accrescendo la ricchezza e la popolarità dei clan (grazie alle assunzioni pilotate).
Il piano, studiato nei minimi dettagli, aveva l’appoggio poi dei politici collusi, che la ‘Ndrangheta sceglieva e formava per poi sostenere nelle sedi istituzionali.
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