Nel giorno in cui il Consiglio dei Ministri ufficializza il varo del Def, arrivano alcune indicazioni circa il ruolo del Reddito di cittadinanza che, secondo le stime e le valutazioni del governo e degli esperti, darebbe uno sprint e una sorta di spinta di crescita alle oscillazioni del Pil che sono oggetto, naturalmente, delle valutazioni alla base ed a corollario del Def.
Reddito di cittadinanza, input al Def: dal provvedimento si attende un +0,2% di Pil
Infatti, in buona sostanza, secondo le valutazioni complessive dal Reddito di cittadinanza si attende un input al Def pari ad un +0,2% di Pil. Daltra parte i dati che vengono fuori dal focus generato dal Documento di economia e finanza suggeriscono una crescita in crollo dall’1% allo 0,1% anche se alcune previsioni suggeriscono come chiarito nei documenti uno 0,2% complessivo grazie, appunto ad un +0,1% di Pil generato dai vari decreti prospettici, come quello sui cantieri e crescita. Puntando ad un +0,7% nel 2020, intanto, anche il reddito di cittadinanza dunque entra in questo contesto di generazione di punti percentuali. Di contro si stima che, viceversa, l’effetto di Quota 100, nelle tabelle Def, sia pressoché nullo. Nello stesso momento il rapporto deficit/Pil nel 2019 arriverebbe secondo i prospetti al 2,4% dal 2% indicato inizialmente dal governo. Si prevede poi un calo del 2,1% nel 2020 e all’1,8% nel 2021. E se il deficit crescere, emerge al contempo lo stand by dei due miliardi di spesa della legge di bilancio 2019. Anche il tema dei vincoli con lEuropa sono stati poi oggetto di analisi e dibattiti in ambito Def. Nel prospetto infatti si evince come il saldo strutturale “risulterebbe in lieve miglioramento al netto della clausola per eventi eccezionali”. Secondo quanto afferma il governo ad ogni modo, in relazione al rapporto con la Ue gli obiettivi sarebbero “in linea con il dettato del patto di stabilità e di crescita” nellambito dell’osservanza della regola del debito da parte dell’Italia”.