Reddito di cittadinanza, il leader M5S Giuseppe Conte, a Napoli per la presentazione della lista dei candidati Cinquestelle, torna a difendere il provvedimento dai (tanti) attacchi dei detrattori politici. Se oggi a tornare sul tema e sul relativo referendum è stato Matteo Renzi, a colpire durissimo erano stati ieri anche Giorgia Meloni – l’Rdc, ha detto, è “metadone di Stato” – e Matteo Salvini, che ha parlato di un emendamento nella prossima finanziaria per cancellarlo. E nella giornata di oggi, ecco arrivare il ministro Giancarlo Giorgetti con la trasformazione del reddito di cittadinanza in “lavoro di cittadinanza”.
“In questi giorni assistiamo a una campagna vergognosa contro il reddito di cittadinanza. Trovo vigliaccio e folle che esponenti politici, per giunta con trattamenti economici privilegiati, chiedano di abrogare una misura di civiltà nei confronti di chi non ha nulla”, ha detto il capo politico del M5S, attaccando: “Che visione di paese si può avere quando si chiede di abrogare una misura del genere? – attacca Conte – una misura che ha permesso, oltretutto, di affrontare la pandemia, con un milione di nuovi poveri. Una misura di civiltà che tutti gli altri paesi hanno, l’Italia è arrivata tardi ma c’è arrivata grazie al M5S”.
“Sul reddito di cittadinanza confesso un certo stupore su Salvini che è per abolirlo visto che votò per introdurlo…E mi colpisce anche l’atteggiamento del Pd che alle elezioni aveva detto no al reddito di cittadinanza. Spero ci pensi Draghi, altrimenti arriverà il referendum e chiederemo ai cittadini se vogliono continuare a dare soldi per il reddito di cittadinanza”, le parole di Matteo Renzi a Coffee Break su La7.
“Dobbiamo cominciare a ragionare di lavoro di cittadinanza. La Costituzione italiana recita che è il lavoro che ci rende pienamente cittadini. Lo sforzo è di trasformare il reddito di cittadinanza in lavoro di cittadinanza”, ha detto il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, a margine della sua visita al supersalone alla Fiera di Rho (Milano).
“Il reddito di cittadinanza è metadone di Stato e ha agito per mantenere gli indigenti nella loro condizione”, ha attaccato duramente la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, parlando a Mantova al Teatro Bibiena, durante l’incontro con le categorie. “L’unico risultato che si è ottenuto, è che chi percepisce il reddito sta a casa e lavora in nero nel week end, come è accaduto nella stagione turistica. Il reddito non è educativo, la vera educazione è il lavoro”, ha aggiunto Meloni. “Non sono d’accordo con Giuseppe Conte che il reddito di cittadinanza sia una buona misura, non lo è: è metadone di Stato, non penso affatto sia una misura di sviluppo. Non è mantenendo le persone nella situazione di difficoltà che si migliora la loro condizione ma è creando attorno a loro le condizioni per uscirne”, ha poi detto ieri intervenendo al Festival Ambrosetti a Cernobbio.
“La povertà si combatte creando lavoro, questo il reddito di cittadinanza non lo fa. E’ un grandissimo disincentivo al lavoro, è stato uno strumento diseducativo. E’ una paghetta di Stato voluta dal M5S per una mera questione di consenso”, ha detto ancora.
“Una cosa è dialogare, una cosa è inciuciare. Io non vado al governo con Pd e 5stelle perché se metti insieme destra, sinistra e centro non ottieni niente. Con i governi di unità nazionale getti risorse e miliardi in mille rivoli”, ha detto poi a Mantova, durante l’incontro con le categorie. “La politica è sistema, tutto si deve tenere. Se metti 5 miliardi sul reddito di cittadinanza, 5 su quota 100 e 5 su qualche altra mancia elettorale, che hai concluso? Hai buttato 15 miliardi”, ha aggiunto Meloni, con riferimento al governo Conte 1.
“Sappiamo che stare al governo con Letta, Conte, Di Maio e Grillo non è la cosa più facile del mondo ma riconoscere gli errori è segno di saggezza. Quindi nella prossima legge finanziaria, come Lega, presenteremo un emendamento per cancellare il reddito di cittadinanza che sta creando disastri. Non ha creato lavoro, come si pensava, ma ha creato lavoro nero e disoccupazione”, ha attaccato ieri il segretario della Lega, Matteo Salvini, in piazza a Como per un’iniziativa a favore della raccolta delle firme sui referendum sulla giustizia.
“Riconfermerò il fatto che ho l’onore di mettere la mia prima firma su una proposta di legge finanziaria per eliminare il reddito di cittadinanza, sono 8 miliardi di euro mal spesi che devo tornare nel settore produttivo per creare lavoro vero e non assistenza”, ha poi affermato ieri a margine del suo intervento a Cernobbio.
“Noi staremo fino all’ultimo minuto dentro questa maggioranza, ma con la nostra identità e con le nostre idee”, ha detto. “Ma diremo di no al ritorno alla legge Fornero, alla tassa di successione, allo ius soli o alla patrimoniale”, ha aggiunto.