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Recovery, sono tutti ‘ingolositi’, Di Maio: “Urge abolire le leggi che ci impediscono di spenderli”

Credo che la più grande idea ribelle sia mettere questo Paese nelle condizioni di spendere quello che ha”, e nell’ambito della trattativa sul Recovery Fund, “abbiamo ottenuto un grande risultato grazie al premier Conte, al ministro Amendola, al corpo diplomatico. Se oggi la struttura normativa del Paese non è in grado di spendere questi soldi velocemente, mettiamola in discussione”.

 

Di Maio: “Fare progetti per il futuro dei nostri figli”

Eccolo il ministro De Maio nel corso del suo intervento presso il ‘Villaggio Rousseau’ dove, come tutti i componenti dell’esecutivo, non fa altro che rifarsi ai “soldi del Recovery Fund” che, avverte, ”dovremo essere in grado di spenderli e soprattutto dovremo fare in modo di fare progetti per il futuro dei nostri figli e non per le beghe di cortile o le misure da bassa cucina”.

Di Maio: “Via le leggi nemiche degli investimenti”

Dunque, proprio per agevolare l’impiego e gli investimenti di queste ‘provvidenziali’ risorse (che onestamente fa venire i brividi pensare che saranno poi gestite da ‘questa mediocre’ classe politica, opposizioni comprese), il ministro degli Esteri tiene a rimarcare che ”Il decreto semplificazioni comincia a buttare giù una serie di leggi e di norme. Dobbiamo abolire un po’ di leggi. Cominciamo ad abolire tutte le leggi che saranno nemiche della capacità dello Stato di spendere i soldi del Recovery Fund”.

Di Maio: “Le imprese italiane condizionano l’Europa”

Del resto, rimarca Di Maio, “l’Europa è cambiata, e il Recovery Fund è figlio di tanti fattori. L’Italia ha saputo negoziare con la grande volontà di creare un piano ambizioso, ma è figlio anche di una svolta della Germania”.

Una vera e propria ‘svolta’, ha quindi tenuto a rimarcare il ministro, seguita al gran lavoro delle “nostre imprese hanno dato alle aziende di tutta Europa tantissimo in termini di qualità e di competenze, per cui se l’Italia ha una crisi economica ne risentono tanti altri sistemi industriali dell’Unione”.

Max