Recovery Plan Italia, i sindacati scrivono a Draghi. ”Cgil, Cisl, Uil considerano inadeguato il confronto finora avuto con il governo in ordine alla definizione delle priorità strategiche, degli obiettivi e delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza” affermano i segretari di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri in una nota inviata al presidente del Consiglio, Mario Draghi, con le ‘prime valutazioni e proposte’ delle sigle confederali. Cgil, Cisl e Uil chiedono che le sei missioni, le sedici componenti e le tre azioni trasversali, diventino ”oggetto costante di confronto preventivo e di monitoraggio della Governance partecipata, con il coinvolgimento sostanziale e non formale del Sindacato Confederale. Coinvolgimento che, con riferimento all’efficacia delle tappe in successione del cronoprogramma, al rispetto degli obiettivi generali e intermedi attesi con riferimento all’impatto economico, occupazionale e sociale, deve avvenire ad ogni livello attraverso approfondimenti strutturati e programmati sulle singole questioni, ben oltre la mera informativa”. Ciò sia per ”una puntuale comprensione degli aspetti di dettaglio, che al fine di valutarne la concretezza e l’impatto economico e occupazionale”.
Per garantire efficacia e realizzazione delle riforme e dei progetti, Landini, Sbarra e Bombardieri riscontrano ”la necessità che sia maggiormente qualificato e reso esplicito il legame e l’impegno con le risorse in termini di spesa corrente e di investimenti per aumentare l’occupazione a partire dal lavoro pubblico, rafforzando inoltre il governo pubblico sulle filiere e sulla specializzazione produttiva del Paese”.
”Riteniamo utile garantire una forte sinergia con le risorse della coesione nazionale ed europea 2021-2027”, spiegano i sindacalisti. In questo senso ”sottolineano come il medesimo approccio di confronto, di partecipazione e di coerenza con i pilastri della strategia europea (coesione sociale, green e digitale), debba essere seguito anche per i progetti contenuti nel Fondo nazionale complementare e per i fondi compresi nel programma Next generation Eu”.
I sindacati ricordano i principi di fondo della Ue, soprattutto in merito al fatto che ”la trasmissione dei Piani deve avvenire a seguito dell’esame degli stessi con le parti sociali, aspetto che motiva le ragioni del sindacato confederale a dare la piena disponibilità ad essere interlocutore attivo e propositivo del Governo nell’attuazione di strategie di eccezionale importanza per la ripresa, la crescita e lo sviluppo del nostro Paese”.
Per questo, ”considerata la delicatezza del momento”, Cgil, Cisl e Uil ritengono che ”non può realizzarsi un cambiamento della portata del Pnrr, prescindendo dalla concertazione, confronto e negoziazione assunti come metodo stabile e formalizzato con le parti sociali in tutte le sue fasi, comprensive della progettazione, della realizzazione e del monitoraggio degli esiti del Piano tempo per tempo”.
Sul lavoro ”riteniamo che non si possa prescindere dall’indicazione, chiara ed esplicita, che venga garantito preventivamente un confronto rafforzato e, se del caso, una negoziazione con le organizzazioni sindacali, secondo uno schema che preveda ed istituzionalizzi la partecipazione alle scelte che hanno ricadute dirette e indirette” sullo stesso. ”Molte delle numerose riforme (abilitanti, settoriali e orizzontali) avranno un impatto diretto sul lavoro, sulla sua organizzazione, tutela e creazione e inevitabilmente anche sulla contrattazione”, sottolineano i sindacalisti. ”Ciò vale soprattutto per le riforme che riguardano i temi del lavoro e dell’occupazione, della pubblica amministrazione, della semplificazione, della concorrenza, delle politiche industriali e delle infrastrutture, dell’istruzione e formazione, della giustizia, del fisco, delle pensioni, della sanità e delle politiche sociali, anche attraverso la definizione dei Lep”.
”È importante che nel Piano di ripresa e resilienza la riforma fiscale sia complessiva e ispirata al principio della progressività e del contrasto alle disuguaglianze. Inoltre occorre prevedere una più ampia base imponibile della nuova imposta personale e contemplare la diminuzione del carico fiscale anche sulle pensioni”. ”È indispensabile integrare e rafforzare le misure finalizzate al contrasto dell’evasione e dell’elusione, fissando obiettivi di recupero”, aggiungono i sindacalisti.