E’ forse il più influente tra i ‘generali di Cesare’ e, come è giusto che sia, ora ne raccomanda l’ascensione al ruolo di Imperatore. Ma torniamo ai giorni nostri.
Nel bene o nel male, l’accordo lo abbiamo portato a casa, e ne avevamo un bisogno disperato. Ora è inutile stare qui ad immaginare se a trattare fosse stato Tizio piuttosto che Caio, l’importante è poter contare su dei fondi ‘veri’ per far ripartire questo Paese, attualmente ‘impaludato’.
Nessuno può negare a Conte il merito di aver trattato con diplomazia e tenacia, quello che poteva ottenere l’ha ottenuto – forse meno – ma c’è anche da spiegare che, per quanto i ‘Frugali’ ci abbiano ostacolato, sapevano benissimo che alla prima minaccia da parte nostra di uscire dalla Ue, sarebbe crollato tutto. Dunque ‘loro’ hanno tirato fin dove gli è stato consentito di farlo, e noi abbiamo giocato di rimessa, badando forse più alla diplomazia che non ad un atteggiamento più severo.
Ora, passata l’euforia, inevitabilmente il Parlamento tornerà a misurarsi sulla gestione dei fondi in arrivo e, da quel momento avrà luogo il vero confronto politico che, vista la precarietà di equilibrio mostrata dall’esecutivo, non da certo garanzia per una lunga tenuta.
Dunque Conte ha finito per trovarsi in mano le ‘chiavi del Paese’ in un preciso momento storico dove proprio a causa della ‘fragilità’ della sua maggioranza, ha potuto ‘imporre’ il suo ruolo di collante. Nelle settimane a seguire dunque assisteremo ad una sorta di ‘resa dei conti’ che, suo malgrado, finirà per inghiottire anche lo stesso Conte.
Ecco perché stamane, piuttosto che – come da competenze – commentare l’aspetto squisitamente economico dell’accordo sul Recovery, il ministro dell’Economia Gualtieri (nella foto accanto al premier), ha tenuto più a ‘magnificare’ l’operato di Conte che altro: “Siamo di fronte ad un risultato storico per l’Italia e l’Europa – ha esordito il ministro ai microfoni del Tg3 – il governo ha merito aver creduto sin dall’inizio che serviva un salto di qualità di fronte a una crisi senza precedenti. Abbiamo ottenuto un risultato che nessuno poteva immaginare solo qualche mese fa, con l’Europa che emette 750 miliardi di eurobond per sostenere la ripresa e le politiche comuni, soprattutto per i paesi più in difficoltà”. Quindi, puntuale, la doverosa precisazione: “Naturalmente il governo ne esce rafforzato e la leadership del presidente Conte che ha giocato un ruolo decisivo in questa partita”.
Max