Tacitata, almeno per ora, la protesta renziana, stavolta a dire la sua sul come il premier Conte ha gestito il Recovery Plan, è stata Elena Bonetti, ministra della Famiglia e delle Pari Opportunità, che intervenendo ai microfoni di Radio In Blu, stamane ha denunciato: “su Boccia la domanda la faccio io: come mai un ministro di un altro partito della maggioranza ha avuto modo di vedere tutti i progetti e tutti i saldi quando in Consiglio dei ministri è entrata solo una bozza di descrizione generale? Io ovviamente conoscevo i progetti di competenza del mio ministero ma noi abbiamo sempre lavorato in modo bilaterale e il saldo definitivo di questi progetti non era stato nemmeno concordato in modo definitivo”. Dunque, ha rimarcato la ministra, “Io gli altri progetti li ho visti per la prima volta lunedì sera quindi se altri ministri delle forze di maggioranza hanno avuto visione prima del dossier questo ci dà ragione, il governo deve decidere nella sua collegialità“.
Quindi, ha proseguito la Bonetti, ”E’ stato importante per noi porre la questione della task force dichiarandola inaccettabile e abbiamo accolto positivamente il fatto che il Presidente ci abbia detto che ragioneremo insieme di un’organizzazione esecutiva del piano, ma quel tipo di task force non era più sul tavolo. Perché il tema è grande: si tratta di miliardi che sono i soldi dei nostri figli e che vanno amministrati in modo trasparente e chiaro”.
“Abbiamo la grande opportunità di far ripartire il Paese, cambiarlo – ha aggiunto ancora la ministra della Famiglia e delle Pari Opportunità – per i prossimi 30 anni ma per farlo dobbiamo assumerci una grande responsabilità. E chi se la assume lo fa con trasparenza, lei affiderebbe il progetto della sua casa a degli sconosciuti? Il secondo tema importante è che finalmente abbiamo parlato di contenuti con le risorse destinate a ciascun progetto”.
“Lunedì sera – spiega ancora la Bonetti – abbiamo visionato i progetti e ci siamo presi una settimana per dire al presidente Conte che valuteremo tutto e faremo proposte e integrazioni. Rimane il punto di domanda che ci siano 9 miliardi sulla sanità, più altri sei sull’efficientamento energetico degli edifici degli ospedali; la domanda è perché dobbiamo usare a debito dei soldi con un debito con condizioni peggiori dei 36 miliardi del Mes che ci spetterebbero a condizioni agevolate. Su – ha quindi concluso – questo è importante riconfrontarci”.
Max