Sono servite poco più di 90 ore per raggiungere l’intesa, ma alla fine il Recovery Fund è stato approvato. All’Italia andranno 209 miliardi, 30 in più rispetto alla prima proposta (Qui i dettagli dell’accordo). Una soluzione che ha fatto felice il premier Giuseppe Conte, che alle 6 del mattino, appena siglato il patto tra applausi di approvazione, ha parlato in videoconferenza spiegando i punti dell’intesa.
“Avremo una grande responsabilità. Abbiamo la possibilità di far ripartire l’Italia con forza, di cambiare volto al nostro Paese. Ora dobbiamo correre, utilizzando questi soldi per investimenti, per riforme strutturali”, ha dichiarato il Presidente del Consiglio, aggiungendo: “Siamo all’alba del quarto giorno di un vertice lunghissimo. Forse abbiamo stabilito il record, superando per durata il vertice di Nizza. Siamo soddisfatti: abbiamo approvato un piano di rilancio ambizioso, che ci consentirà di affrontare questa crisi con forza ed efficacia”.
Il primo ad annunciare l’intesa è stato il presidente del Consiglio Europeo Michel con un breve ma significativo Tweet: “Accordo”. Poi sono arrivate le reazioni dall’Europa, compresa quella del premier italiano: “Devo ringraziare anche le forze di opposizione – ha detto Conte – Soprattutto alcuni loro esponenti, pur tra legittime critiche, hanno ben compreso l’importanza storica della posta in gioco, siamo una grande squadra, le forze di maggioranza unite e compatte hanno sostenuto l’azione del governo”.
“Il governo italiano è forte. E la verità è che l’approvazione di questo piano rafforza l’azione del governo italiano, perché ci permette di poter contare su ingenti risorse finanziarie per raggiungere gli obiettivi già individuati, che ora andremo a declinare in modo concreto. Abbiamo perseguito il risultato tutelando la dignità del nostro Paese. Abbiamo anche agito per tutelare le prerogative delle istituzioni comunitarie e abbiamo respinto in questi giorni anche tentativi insidiosi di alterare la genuina vocazione del progetto europeo, inserendo logiche intergovernative e la logica dei veti incrociati”, ha concluso Conte.