“I tempi sono stretti” ma c’è “profondo rispetto per il Parlamento”. Il premier Mario Draghi si esprime così alla Camera nella replica dopo le comunicazioni sul Recovery Plan. “La scadenza del 30 aprile non è mediatica, se si arriva prima si ha accesso ai fondi prima. Se il piano viene presentato subito, si ha accesso alla prima quota. Mi dispiace per i tempi ristretti della discussioni” ma “il dialogo non è finito qui, il contributo che il Parlamento può dare è solo all’inizio. Tutte le riforme saranno adottate con provvedimenti legislativi, il Parlamento avrà un ruolo determinante nella discussione e nella determinazione del contenuto. Una collaborazione tra esecutivo e legislativo è fondamentale ora e lo sarà ancora di più”, ha sottolineato Draghi ribadendo “il profondo rispetto che il governo e io abbiamo per il Parlamento”.
“L’intero piano è un investimento sul futuro e sulle giovani generazioni come ho già detto ieri, dobbiamo garantire ai nostri giovani welfare, sicurezza abitativa e un mercato del lavoro adeguato”, ha quindi affermato Draghi aggiungendo che “gli enti locali sono i veri attuatori del Pnrr”. “La vera sfida, non appena il piano sarà consegnato, è trovare un modo di attuazione dove amministrazioni locali e centrali sono chiamate a una mole di interventi eccezionali, trovino uno schema di governo del piano”, ha detto ancora il premier per il quale “questo è il vero governo del piano, non tanto quello che succede a palazzo Chigi, quali comitati si formano. Gli enti locali sono i veri attuatori del piano, cui vengono destinati quasi 90 miliardi, il 40 per cento del piano”. Osserva Draghi: “Non c’è Stato contro enti locali, è il contrario. Il governo prevede anche che qualora sia necessario e gradito vi siano dei gruppi di lavoro e squadre che possano rafforzare il lavoro enti locali, quando necessario”. E comunque sul punto della governance vi sarà a breve un provvedimento ad hoc: “Il governo del piano sarà definito in un provvedimento normativo che sarà adottato a breve”.
“Il piano asili nido stanzia 4,6 miliardi per le scuole dell’infanzia, questo porta 230mila posti per i bambini più piccoli, è una stima prudenziale. L’ambizione del governo è raggiungere e superare gli obiettivi Ue, del resto abbiamo un tale arretrato che bisogna essere ambiziosi per recuperare sul passato”, ha affermato l’ex presidente della Bce annunciando che “sarà approvato un decreto già a maggio 2021 con gli interventi urgenti di semplificazione. Certo sono già tanti a maggio…”. “Tutto dipenderà da quanto saremo in grado di rispettare la tabella di marcia del piano, riducendo al minimo i ritardi”, ha ricordato.
“Noi dobbiamo far ripartire e poi accelerare la crescita del Mezzogiorno ferma ormai da mezzo secolo”, ha detto ancora Draghi nella replica alla Camera. “Al Sud andrà circa il 40% delle risorse che possono essere ripartite con il criterio del territorio, ovvero circa 82 miliardi di euro. È una cifra più alta della quota della popolazione residente al Sud (34%), e molto più alta della quota di prodotto interno lordo (22%)”, ha sottolineato quindi Draghi. “Quanto al debito, riteniamo che sia essenziale in questo momento concentrarci sulla crescita economica. Il governo vuole rilanciare gli investimenti e la produttività, per permetterci di raggiungere tassi di crescita molto più alti che nel recente passato. Se siamo in grado di rilanciare il potenziale di crescita della nostra economia, riusciremo anche a ridurre rapidamente il rapporto tra debito pubblico e Pil”.
E ancora: “Il governo intende stanziare 6,31 miliardi per le reti ultraveloci, la banda larga e il 5G. L’obiettivo del Governo è portare entro il 2026 reti a banda ultralarga ovunque senza distinzioni territoriali ed economiche”. “A maggio avviamo la mappatura dei piani d’investimento previsti dai privati per identificare le aree del Paese che senza interventi del governo resterebbero sfavorite. Per queste aree è previsto un contributo statale per assicurarci che non si creino nuovi divari digitali da qui al 2026”, ha aggiunto.
“La riforma del fisco fa parte di quell’insieme di riforme che, sebbene non ricomprese nel perimetro delle azioni previste dal Piano, devono accompagnarne l’attuazione. La riforma fiscale è tra le azioni chiave per dare risposta alle debolezze strutturali del Paese e in tal senso è parte integrante della ripresa che si intende innescare anche grazie alle risorse europee”.
“Per riformare il sistema fiscale è auspicabile una ampia condivisione politica – rimarca il premier -. Il Governo si è impegnato a presentare una legge delega entro il 31 luglio 2021. Il Parlamento sarà pienamente coinvolto e svolgerà un ruolo di primo piano attraverso l’’indagine conoscitiva sulla riforma dell’Irpef e altri aspetti del sistema tributario’ avviata dalla Commissioni parlamentari e tuttora in corso di svolgimento. Le indicazioni che proverranno dal lavoro delle Commissioni saranno adeguatamente riflesse nel testo del disegno di legge delega. È presto, pertanto, per dare risposte su quale sarà la riforma del fisco”.
“È essenziale che il lavoro del Parlamento giunga a compimento e che vengano fornite indicazioni politiche quanto più condivise e puntuali possibili. Per realizzare in tempi certi la riforma definendone i decreti attuativi il Governo, dopo l’approvazione della legge di delega, istituirà una Commissione di esperti”, spiega Draghi.
“Il Piano interviene per garantire in maniera equa e adeguata il diritto allo studio, e stanzia quasi un miliardo per gli alloggi studenteschi, 500 milioni per le borse di studio per accedere all’università. Prevede poi l’ampliamento dei dottorati, attraverso un finanziamento cumulativo di circa un miliardo”, ha detto ancora Draghi secondo il quale “la semplificazione delle norme in materia di appalti pubblici è obiettivo essenziale per la riuscita del Piano e, più in genere, per il rilancio del settore delle costruzioni”. “In merito agli appalti – prosegue il premier – intendiamo riformare la disciplina nazionale, sulla base delle tre direttive UE, per renderla più snella rispetto a quella vigente, anche sulla base di una comparazione con la normativa adottata in altri Stati membri dell’Unione europea. A tal fine, si interverrà con una legge delega, da presentare entro il 2021. Inoltre, intendiamo prorogare le semplificazioni adottate con il Dl 76/2020 fino al 2023”.
A turismo e cultura sono “destinati circa 8 miliardi di euro. Sono previsti interventi per la valorizzazione di siti storici e culturali, volti a migliorare la sicurezza, l’accessibilità e la loro attrattività. Ci sono inoltre investimenti nel digitale, per consentire il collegamento dell’interno ecosistema turistico e per migliorare la competitività delle imprese”, ha detto ancora il premier nella sua replica. Mentre “per quanto riguarda Roma, il Pnrr prevede un’iniziativa specifica ‘Caput Mundi’ da 500 milioni di euro per finanziare progetti che valorizzano il patrimonio storico e culturale della città di Roma; permettono la messa in sicurezza di luoghi pubblici ed edifici storici; digitalizzano i servizi culturali e rinnovano parchi e giardini storici… e spero non solo quelli storici”.
“Molti di voi hanno chiesto garanzie relativamente al superbonus. Ribadisco che per questa misura, tra PNRR e Fondo complementare, sono previsti oltre 18 miliardi, le stesse risorse stanziate dal precedente governo. La misura è finanziata fino alla fine del 2022, con estensione al giugno 2023 per le case popolari (Iacp). Per il futuro, il Governo si impegna a inserire nel Disegno di Legge di bilancio per il 2022 una proroga dell’ecobonus per il 2023, tenendo conto dei dati relativi alla sua applicazione nel 2021”.
“L’Italia da anni reclamava un piano sulle politiche sportive. Con un miliardo di investimenti nel Pnrr da oggi lo sport ha piena dignità nelle politiche pubbliche del nostro Paese, anche per lo stretto legame che c’è tra l’attività sportiva, il benessere e la coesione sociale”, ha detto Draghi “Intendiamo potenziare le infrastrutture per lo sport e favorire le attività sportive a cominciare dalle prime classi delle scuole primarie. Delle infrastrutture sportive scolastiche beneficerà inoltre l’intera comunità territoriale, al di fuori dell’orario scolastico attraverso convenzioni e accordi con le stesse scuole, gli enti locali e le associazioni sportive e dilettantistiche locali”.