All’indomani del suo insediamento a Palazzo Chigi, malgrado l’aurea di provata caratura internazionale che lo caratterizzava, più di qualcuno storse la bocca, non digerendo affatto che fosse la figura di un ‘tecnico’ a guidare il Paese, e non quella di un politico. Poi, attraverso un fine lavoro di tessitura, tenendo fede al suo proverbiale pragmatismo, lentamente Mario Draghi (subito salutato con rispetto da tutto il mondo), è riuscito a rimettere in piedi una maggioranza altrimenti impossibile, ‘convincendo tutti’ circa l’urgenza di fare quadrato intorno al Paese, mettendo da parte – almeno per il momento – le ‘baruffe chiozzotte’ che nei ultimi anni hanno umiliato la scena politica del Paese.
Dunque Draghi, e la sua ‘credibilità, specie all’interno dell’Europa.
Non c’è dunque di che meravigliarsi se già oggi, a seguito di ‘una semplice telefonata’, rispetto alla delicatezza ed i timori legati al ‘Recovery Plan italiano’, c’è stato subito l’accordo con l’Ue.
Nello specifico, il premier ha lungamente colloquiato con la presidente della Commissione Ue, Ursula va der Leyen, dissipando così ogni dubbio circa alcuni temi interni al nostro Pnrr, e riguardo alle riforme da attuare di conseguenza.
Come hanno confermato poco fa alle agenzie dei stampa, fonti interne a Palazzo Chigi, “l’accordo politico è stato trovato, sono in corso solo le ultime interlocuzioni tecniche ma l’accordo c’è“.
Mentre scriviamo dovrebbe essere convocato lo specifico Cdm sull’informativa da parte del ministro Daniele Franco…
Max