Recessione tecnica: Pil a picco, -0,2%

    L’Italia è in recessione tecnica. Lo annuncia l’Istat che elle sue stime ha chiarito che il Pil nel quarto trimestre è sceso dello 0,2%. Il calo del Pil del resto va in scia del precedente, dal momento che si tratta del secondo calo consecutivo dopo quello del terzo trimestre. E nello stesso tempo anche del peggior calo trimestrale da cinque anni.
    Stando a quasnto comunica l’Istat e che peraltro è riscontrabile nei dati, per poter trovare un calo di Pil simile occorre ritornare al quarto trimestre del 2013: allore il Pil segnò uno -0,2%. Del resto, l’ultima volta in cui il Paese si è trovato in recessione è stato il primo trimestre del 2013. Tuttavia questi numeri negativi del Pil non sembrano preoccupare più di tanto il governo. Infatti il presidente del Consiglio Giuseppe Conte afferma che la “contrazione era nell’aria” mentre il vice premier Luigi Di Maio conferma che l’esecutivo non rivedrà le stime di crescita. Stando poi alle parole del ministro dell’Economia Giovanni Tria il dato era “atteso” e “non intacca la fiducia dei mercati finanziari”.
    Nella sua spiegazione l’Istituto di statistica chiarisce come nel 2018 il Pil italiano abbia fatto riscontrare un aumento dell’1% in base ai dati trimestrali grezzi, in netta frenata rispetto all’1,6% del 2017, mentre il dato corretto indica una crescita dello 0,8% co 3 giornate lavorative in più rispetto al 2017. Dunque le previsioni del governo per il 2018 si attestano all’1%.
    Nel paragone con il quarto trimestre 2017 il Pil è aumentato dello 0,1%. Si tratta di “un ulteriore abbassamento del tasso di crescita tendenziale” che nel terzo trimestre era pari a +0,6% e nel secondo a +1,2%. Inoltre l’Istat sottolinea anche che il 2018 lascia un ’lascito’ grave per l’anno che verrà: la crescita acquisita per l’anno in corso è infatti pari a -0,2%.
    “E’ una contrazione che era nell’aria, gli analisti la pronosticavano ed è legata a fattori esterni alla nostra economia”, ha detto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Invece il ministro dell’Economia Giovanni Tria, chiarisce come detto che il calo del Pil “è un dato che era atteso ed è determinato dal ciclo economico europeo” e i numeri diffusi oggi “non stanno intaccando il recupero di fiducia dei mercati finanziari nel debito italiano”.
    Per il vice presidente del Consiglio Luigi Di Maio non si dovranno rivedere le previsioni di crescita. “Non credo ci sarà bisogno di correggere le stime, nonostante la congiuntura economica difficile” e sulla base anche “della guerra dei dazi”. Per Di Maio poi “i dati Istat di oggi testimoniano che chi stava al governo prima di noi ci ha mentito, non ci ha portato fuori dalla crisi”. Per Matteo Salvini invece “alla fine di questo anno avremo il segno più, ne sono convinto. Escludo manovre correttive: se ce ne saranno ma solo per ridurre le tasse”