“Nei giorni scorsi, nel carcere di Roma Rebibbia intitolato a ‘Raffaele Cinotti’, un detenuto italiano è riuscito ad eludere la sorveglianza e, dal ‘Reparto G11’. è riuscito a scavalcare la rete dei passeggi salendo su una gru alta circa 30 metri dove stanno facendo i lavori per la ristrutturazione del ‘Reparto G10’.
Soltanto il rapido intervento dei Vigili del Fuoco ha evitato che il detenuto riuscisse pure a farsi del male”.
E’ quanto comunicato dal Coordinatore regionale della FP CGIL Polizia Penitenziaria, Ciro Di Domenico, il quale ha commentato: “Restano ignote le motivazioni della protesta, ma quel che è evidente è la falla nel sistema di sicurezza in un carcere come quello di Rebibbia Nuovo Complesso che ospita oltre 1.500 detenuti su una capienza attuale di poco più di mille posti disponibili. Oltre 150 in meno, invece, i Poliziotti penitenziari in servizio nel carcere di Rebibbia su tutti i turni giornalieri rispetto agli 850 previsti”.
Dal canto suo Mirko Manna, Nazionale FP CGIL Polizia Penitenziaria, torna a denunciare: “In occasione della sua prima uscita pubblica da Ministro della Giustizia durante la presentazione del calendario 2023 della Polizia Penitenziaria, Carlo Nordio lo scorso anno si prodigò a tessere le lodi dei Poliziotti penitenziari, del loro ruolo e del loro servizio al Paese e di quanto lui avrebbe tenuto a cuore tutti i problemi delle carceri. A distanza di quasi un anno, registriamo che quella sua prima uscita ed interesse per la Polizia Penitenziaria e per il sistema penitenziario in generale, fu poco più di un siparietto, forse dettato dall’euforia della sua allora recente nomina a Ministro della Repubblica. Poi il nulla. Ci rivolgiamo al Presidente del Consiglio: le carceri stanno implodendo e anche l’apparentemente banale evento di questa mattina, deve far riflettere sulla vulnerabilità di un carcere complesso ed importante come quello di Rebibbia”.
Max