Continuano ad aumentare le truffe assicurative online in Italia. Ma qual è la dinamica? E come ci si può difendere? “Queste truffe assicurative – commenta con l’Adnkronos/Labitalia Emanuele Anzaghi, vicepresidente di Segugio.it – stanno provocando molti danni ai consumatori e ai soggetti che operano lecitamente online, con il rischio peraltro di aumentare il numero di veicoli che circolano non assicurati sulle nostre strade, già consistente e a rischio aumento per gli effetti economici della pandemia”.
“Noi – assicura – monitoriamo costantemente gli annunci pubblicitari sui motori di ricerca e, nel caso di soggetti con evidenti intenti truffaldini, provvediamo a denunciarli o a segnalarli in modo che tali annunci vengano al più presto eliminati e i siti vengano resi irraggiungibili. Mi auguro anche che il nuovo programma di mistery shopping annunciato da Ivass negli scorsi giorni, consistente in visite in incognito a siti internet volte a valutare la condotta di mercato che gli intermediari tengono verso gli assicurati, costituisca un ulteriore argine a protezione dei consumatori”.
I truffatori realizzano innanzitutto uno o più siti internet, che tipicamente presentano determinate caratteristiche.
– Sono estremamente scarni: in genere sono costituiti da una manciata di pagine (spesso solo la pagina principale o ‘homepage’ e una pagina di contatto, raramente un paio di altre pagine).
– Talvolta richiamano nome, logo, immagini o altri elementi distintivi di operatori assicurativi noti al grande pubblico (siano essi compagnie di assicurazioni o intermediari/comparatori).
– I canali di contatto offerti sono tipicamente un numero di telefono cellulare (spesso con invito ad utilizzare un sistema di messaggistica veloce), un indirizzo email fornito da un provider di posta gratuito e, più raramente, un numero di telefono fisso (tipicamente non in funzione).
– Nella pagina principale si fa spesso riferimento a polizze temporanee e direttamente nella pagina principale vengono richiesti i dati personali e di contatto del consumatore (nome e cognome, data nascita, telefono, email) e la targa del mezzo. Talvolta vengono richiesti anche marca e modello del mezzo, data di decorrenza della polizza o altri dati.
Siti di questo tipo, di recente realizzazione e privi di credibilità e contenuti, sarebbero sostanzialmente irraggiungibili e non dannosi per il consumatore finale, visto che i motori di ricerca basano i propri criteri di ordinamento sulla reputazione del sito stesso e li elencherebbero quindi, nella migliore delle ipotesi, dopo centinaia di risultati di ricerca più credibili.
E qui scatta il passaggio principale del raggiro: i truffatori acquistano sui motori di ricerca spazi pubblicitari, che si posizionano nelle prime posizioni, scavalcando i risultati non a pagamento di operatori autorevoli che operano legalmente nel settore. Supponendo, ad esempio, che il consumatore digiti sul motore di ricerca ‘assicurazione auto alfa’, dove alfa è il nome di una nota compagnia di assicurazioni. Il motore di ricerca mostrerà i risultati, con le prime posizioni (tipicamente identificate dalla scritta annuncio) occupate da messaggi pubblicitari fra i quali anche quelli dei truffatori.
Una volta finito sul sito del truffatore e forniti i propri dati, il consumatore verrà quindi contattato dal truffatore, tipicamente da un numero di cellulare o mediante servizio di messaggistica, che si spaccerà per un consulente telefonico o un intermediario di alfa. Attraverso la targa ed altri dati forniti dal cliente, il truffatore sarà inoltre in grado, accedendo a varie banche dati o a fonti pubbliche, di avere un’idea indicativa del prezzo che l’assicurato dovrebbe pagare e, conseguentemente, di proporre al consumatore un plausibile ‘prezzo scontato’, molto invitante ma non al punto di insospettirlo.
Eventuali documenti verranno tipicamente richiesti al cliente via sistema di messaggistica e, sempre utilizzando lo stesso canale, verrà fornito il preventivo, gli estremi di pagamento, spesso riferiti a sistemi di pagamento non tracciabili quali carte prepagate/ricaricabili, e infine la polizza contraffatta; Quando il consumatore si renderà conto di essere stato truffato, purtroppo talvolta in caso di sinistro o di controllo delle forze dell’ordine, sporgerà denuncia, spesso tirando in causa alfa e, dopo le indagini del caso, il sito verrà incluso nell’elenco dei siti fraudolenti e reso inoperativo. Ma nel frattempo i truffatori staranno già operando con altri siti internet.
Per evitare di incappare in queste truffe bisogna essere vigile e critico sul sito nel quale si atterra partendo dal motore di ricerca. Bisogna poi diffidare in particolare dei siti che propongono come contatto un numero di cellulare o ti invitano ad usare un sistema di messaggistica veloce. Un operatore assicurativo professionale non proporrà mai ad un cliente di contattarlo su un cellulare in prima battuta, né tantomeno su Whatsapp o Telegram. Non fidarsi, inoltre, se viene usata una mail fornita da un provider gratuito. Se ad esempio si interagisce con la compagnia o intermediario alfa, l’email dovrà essere simile a nome@alfa.it o nome@alfa.com e non alfa@gmail.com o alfa@mail.com. Un’azienda di medio-grande dimensioni usa infatti un proprio dominio di mail che può controllare e gestire.
Bisogna poi diffidare dei siti composti da poche pagine, con pagine ‘under costruction’, privi di sezioni dedicate a privacy, condizioni di utilizzo, contenuti ed articoli di settore; oppure che propongono polizze temporanee e che chiedono nella pagina principale i propri dati di contatto. Se si ha qualche dubbio, suggerisce Segugio.it, bisogna fare un passo indietro e cercare nuovamente, possibilmente individuando il primo link non identificato come ‘annuncio’: quello è in genere il ‘vero’ sito che si sta cercando. Non usare mai sistemi di messaggistica per mandare o ricevere documenti o preventivi, né tantomeno istruzioni sul pagamento.
Non si devono effettuare pagamenti a favore di carte di credito ricaricabili o altri sistemi di pagamento non tracciabili. Pagare un premio assicurativo ricaricando una carta di credito, magari alle Poste o presso un tabaccaio, è vietato dalla normativa. Se restano dei dubbi, prima di pagare, verificare sul sito di Ivass se la compagnia di assicurazioni o l’intermediario sono iscritti negli appositi elenchi o registri, consultare l’elenco degli avvisi relativi a casi di contraffazione, società non autorizzate e siti internet non conformi alla disciplina sull’intermediazione o chiamare il contact center consumatori dell’Ivass: 800.48.66.61.