Raid dei jet: tensioni India Pakistan

Raid dei jet indiani in Pakistan e crescita di una vibrante tensione con il Pakistan che non si vedeva dal lontano 1971. Un clima di tensione si solleva sui cieli tra India e Pakistan con gli arei indiani che hanno condotto raid su campi di addestramento di ’terroristi’, si sostiene. Nuova Delhi in merito a questi raid afferma: “Colpito un campo di militanti estremisti, uccisi 300 terroristi”.
I cacciabombardieri indiani hanno dunque eseguito un raid su un “campo di addestramento di militanti estremisti” in territorio pachistano. Questo, nei fatti, rappresenta essere il primo vero attacco di questo genere dal 1971, allorquando i due paesi combattevano una guerra piuttosto virulenta come conseguenza della secessione del Bangladesh dal Pakistan. Nel giro di questi decenni sono cambiate parecchie cose nei due paesi e, soprattutto, dal punto di vista bellico, sia India che Pakistan sono diventate due potenze nucleari. Il ministero degli Esteri indiano ha annunciato di aver ucciso con questo raid “300 terroristi” del gruppo Jaish-e-Mohammed, cioè l’Esercito di Maometto, un gruppo jihadista sunnita nato in India ma con basi anche in Pakistan.
La operazione è stata messa in piedi, anzi, nei cieli, dopo l’attentato suicida nel Kashmir indiano, lo scorso 14 febbraio, che è costato la vita a 42 paramilitari indiani. New Delhi sostiente che il gruppo Jaish-e-Mohammed sia il responsabile di questo atto e ha preteso dal Pakistan di reprimere i jihadisti. Il ministro degli Esteri indiano Vijay Gokhale ha chiarito che l’attacco era obbligatorio per “evitare nuovi attentati”, dal momento che il campo di addestramento era in grado di “addestrare centinaia di nuovi jihadisti”. Islamabad però non ritiene Jaish-e-Mohammed un gruppo terroristico e si rifiuta di ospitare campi di addestramento. Il gruppo sembrerebbe legato ad Al-Qaeda. In tandem con nn’altra formazione, Lashkar-e-Taiba, nel 2001 ha lanciato un assalto al Parlamento indiano che aveva fatto sfiorare una nuova sanguinaria guerra fra India e Pakistan. Il raid indiano ha fatto fuoco su Balakot, in una valle remota della provincia di Khyber Pakhtunkhwa. Secondo New Delhi il comandante del campo era Maulana Yusuf Azhar, genero del leader del gruppo, Masood Azhar.