“Non credo che il carcere italiano sia rieducativo, non invoco il carcere per Pietro ma deve esserci una sorta di punizione, deve capire cosa ha fatto”. Lo ha detto, ospite di ‘Porta a porta’ nella puntata che andrà in onda domani sera, Gabriella Saracino, la mamma di Gaia Von Freymann, la 16enne investita e uccisa, assieme all’amica Camilla Romagnoli , la notte tra il 21 e il 22 dicembre 2019 a Corso Francia a Roma da Pietro Genovese, che dal 21 ottobre è libero dopo un anno e 7 mesi agli arresti domiciliari, in attesa della decisione del Tribunale di Sorveglianza che stabilirà come deve scontare il residuo pena di circa 3 anni e 7 mesi.
“Non ho nessun senso di vendetta ma solo un senso di giustizia, anch’io credo nel recupero, questo ragazzo avrebbe bisogno di una sorta di punizione, perché capisca quello che ha fatto – ha ribadito – Il fatto che non abbia scritto di suo pugno neanche una lettera di scuse né a me né alla mamma di Camilla significa che non si è reso conto. A maggio del 2020 abbiamo saputo che i vicini di casa di Genovese hanno chiamato i carabinieri per schiamazzi, perché aveva organizzato un festino mentre era ai domiciliari – ha ricordato la mamma di Gaia – Vuol dire che non ha interiorizzato, non ha avuto modo di percepire quello che ha combinato. E la famiglia ha le sue colpe. Per questo Pietro lo vorrei avere qui per dargli una carezza, a noi ha fatto pena, ma i genitori avrebbero dovuto capire che aveva dei problemi, perché questo omicidio poteva non avvenire”.