La stagione della raccolta delle mele è ufficialmente iniziata nelle valli trentine del fiume Noce, Val di Non e Val di Sole. L’attività, che coinvolge migliaia di agricoltori locali e lavoratori stagionali sia italiani che stranieri, è partita nei giorni scorsi e continuerà fino alla metà di ottobre. Secondo il Consorzio Melinda, supportato dai dati dell’Agenzia del Lavoro della Provincia autonoma di Trento, lo scorso anno sono stati assunti più di 11.500 lavoratori stranieri solo in Val di Non, rappresentando quasi l’85% del totale delle assunzioni nel settore agricolo. In Val di Sole, invece, le assunzioni straniere sono state oltre 550, pari al 60% del totale. I Paesi maggiormente rappresentati tra i lavoratori sono Romania, Senegal, Polonia e Marocco.
La raccolta delle mele rappresenta un momento cruciale per l’economia delle valli trentine, specialmente in Val di Non e Val di Sole, aree fortemente dedicate alla coltivazione delle mele. Ernesto Seppi, presidente del Consorzio Melinda e di Apot (Associazione Produttori Ortofrutticoli Trentini), ha sottolineato l’importanza di questo periodo, in cui si determina il futuro economico immediato delle valli. L’attività della raccolta non solo coinvolge circa 4.000 famiglie di soci produttori del Consorzio Melinda, ma è anche un’occasione di interazione e collaborazione che rafforza il senso di comunità e accoglienza tra residenti e lavoratori stagionali. La raccolta delle mele si trasforma così in un momento di incontro e scambio culturale, alimentando un modello di ospitalità basato sulla reciprocità e la solidarietà.
Aggiornamento ore 16.00
La raccolta delle mele segue i ritmi dettati dalla natura, iniziando con le varietà più precoci e terminando con quelle tardive. Le prime mele a essere raccolte sono le varietà SweeTango e Gala, seguite dalle ‘classiche’ di settembre come Renetta, Dolcevita e Golden. A ottobre, la raccolta si concentra sulle varietà tardive come Morgana e Fuji. Dopo la raccolta, i frutti vengono trasportati nei centri delle cooperative locali per la conservazione e la preparazione alla distribuzione, garantendo che le mele raggiungano i mercati in condizioni ottimali.
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Le previsioni per la produzione di mele nel 2024 indicano una stabilità rispetto all’anno precedente. Secondo le stime di Prognosfruit, l’Italia dovrebbe registrare una produzione complessiva di circa 2,16 milioni di tonnellate, un dato sostanzialmente in linea con il consuntivo del 2023. Tuttavia, si prevede un calo dei volumi totali in Europa, che scenderanno a 10,2 milioni di tonnellate, con una riduzione dell’11% rispetto all’anno scorso. Anche il Trentino e l’Alto Adige sono attesi a un calo della produzione, rispettivamente del 7% e del 9%, principalmente a causa delle gelate primaverili che hanno compromesso parte della produzione. Nonostante queste riduzioni, le prime rilevazioni indicano un’alta qualità dei frutti, un fattore che potrebbe compensare parzialmente la diminuzione dei volumi.
I lavoratori stagionali, provenienti da diversi Paesi come Romania, Senegal, Polonia e Marocco, svolgono un ruolo fondamentale nella raccolta delle mele nelle valli trentine. Ogni anno, questi lavoratori contribuiscono in modo significativo alla produttività del settore agricolo locale. I nuclei familiari delle valli spesso accolgono i raccoglitori nelle loro case, favorendo un clima di collaborazione e reciproca assistenza che arricchisce il tessuto sociale locale. Questa pratica non solo risponde a una necessità logistica, ma rafforza anche i legami tra residenti e lavoratori stagionali, creando un ambiente di lavoro positivo e stimolante.
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