“Domani riprenderemo a fare queste telefonate con Berlusconi” per l’ ‘operazione scoiattolo’, “per la Camera ne andrebbero chiamati 65 e 35 per il Senato, quindi in questi giorni dovremmo contattarli tutti. Il primo che proveremo a sentire? Lello Ciampolillo…”. Vittorio Sgarbi, ospite di Un giorno da pecora, risponde così alle domande sul suo ruolo di ‘procacciatore’ di potenziali voti per Silvio Berlusconi in vista dell’elezione del Presidente della Repubblica.
“Se tu ricevi una telefonata da qualcuno di Forza Italia” è un conto. “La reazione psicologica” ad una telefonata diretta di Berlusconi “è molto positiva. Poi, che questo comporti il voto, è una cosa molto difficile”, dice Sgarbi. “In questo momento Berlusconi è a Strasburgo e non credo possa parlare. In parte gli suggerisco io i temi da affrontare”, con i parlamentari che vengono contattati. “Ciampolillo non ha ancora risposto”, dice facendo riferimento ad un potenziale ‘obiettivo’. “Alla Camera ce ne sono 65, al Senato sono almeno 35”, dice rispondendo ad una domanda sulla platea da contattare. “A Berlusconi ne servono almeno 80. Circa 20 non potranno votare tra no vax e contagi, poi ci sono i franchi tiratori”.