“L’operazione scoiattolo si è fermata. Se fossi in Berlusconi, cercherei un altro nome per il Quirinale”. Vittorio Sgarbi, ‘centralinista’ di Silvio Berlusconi nella ricerca di potenziali elettori per il leader di Forza Italia in ottica Quirinale, a Un giorno da pecora descrive una fase di stallo, forse decisiva, nell”operazione scoiattolo’.
“Ci devono essere inquietudini di natura psicologica nel candidato, è rimasto a Milano. Credo che questa pausa dipenda dal fatto se esista una via d’uscita onorevole. Tra la campagna contro di lui e l’obiettiva incapacità di prendere voti sul fronte avverso… E’ un’impresa pressoché disperata. Tra malati, no vax che non possono votare e franchi tiratori, lui parte da 400 elettori. Dovrebbe averne” altri “105. Io non mi arrenderei, ma il fatto che lui ritardi l’arrivo mi fa pensare… L’ho sentito ieri sera, era abbastanza triste: ho la sensazione che stia cercando una via d’uscita con un nome gradito a lui. Anche se facessi tutte le telefonate, magari mi risponderà la metà: non basterà. Ci vorrebbe un miracolo, dovrebbero dire sì tutti quelli che chiamiamo”.
L’operazione scoiattolo è fallita? “Si è fermata oggettivamente perché oggi” Berlusconi “non è venuto a Roma”. Il leader della Lega, Matteo Salvini, prepara una proposta. “Il problema non è che Salvini voglia realisticamente cercare un altro nome. Il problema è che il nome sia condiviso e magari proposto da Berlusconi. Io gliel’ho detto dall’inizio: ‘Dì il nome di Draghi e li metti all’angolo'”. Il nome “voleva farlo lui e vuole ancora farlo lui. Se fossi in lui, già oggi direi ‘cerchiamo un altro nome’. Credo che entro domani decide di cercare un nome nuovo”.