(Adnkronos) – A sera, mentre Giuseppe Conte dice ai grandi elettori grillini che i 5 Stelle non hanno preclusioni su un nome di centrodestra a differenza di Pd e Leu, Enrico Letta imprime un’accelerazione alla partita sul Quirinale. Parlando in tv da Fabio Fazio, il segretario dem pone in chiaro il tema della candidatura di Mario Draghi al Quirinale. Annuncia che vedrà domani Matteo Salvini e che metterà al primo punto del colloquio un chiarimento proprio sulla figura del premier: “Voglio capire se le dichiarazioni fatte”, il no a Draghi al Colle, “siano ultimative oppure no”.
E sul tavolo mette anche un altro punto all’odg: il Mattarella bis. “Per noi sarebbe l’ideale, parleremo anche di questo”. Letta prende l’iniziativa e si prepara all’incontro -forse decisivo- con Salvini mettendo pubblicamente sul tavolo le opzioni in grado di poter salvaguardare al meglio legislatura e governo, secondo i dem. Letta lo ripete anche stasera: “L’unica maggioranza che c’è, è quella che esprime il governo Draghi”. E solo da un accordo su un nome condiviso all’interno della maggioranza passa la possibilità di non far saltare tutto.
Oggi il no di Salvini a Pier Ferdinando Casini è stato letto come un possibile passo avanti verso Draghi da alcuni tra i dem. “Ieri è stata un giornata complessa per il centrodestra e capisco che ci sia bisogno di un’evoluzione” ma, dice Letta, “sono ottimista che troveremo nell’arco di 48 ore, massimo 72 ore una soluzione”. Intanto tra i parlamentari dem c’è forte il timore che di qui a quelle 72 ore possa maturare uno scenario del tutto diverso. C’è il timore che il centrodestra avanzi un nome “insidioso” che possa mettere a rischio al tenuta dei 5 Stelle.
“Sembra che siamo al punto di partenza -dice Letta in tv- perchè nelle settimane scorse non è stato fatto il racconto giusto perchè era quello di una maggioranza che permetteva al centrodestra di esprimere il presidente della Repubblica. Non c’è una maggioranza, c’è solo quella che esprime il governo. Noi diciamo al centrodestra non candidate uno di voi, noi non candidiamo uno di noi: c’è bisogno di una candidatura super partes. Credo sia possibile farlo”.
Quindi annuncia l’incontro con Salvini. “Draghi è una delle ipotesi sul tavolo. Sono rimasto abbastanza stupito nel vedere la dichiarazione ieri di Berlusconi in cui ha detto no a Draghi presidente della Repubblica che oggi Salvini ha confermato. Sono temi di cui parleremo con i rappresentanti del centrodestra, con i nostri alleati e cercheremo di capire, rispetto a Draghi, quali sia la posizione vera, se le dichiarazioni fatte siano ultimative oppure no”.
Per Letta, Draghi è una “risorsa da preservare” e non si può “assolutamente” correre il rischio di perderlo sia al governo che al Quirinale, “per questo il mio impegno, il nostro come Pd ma vale anche per i nostri alleati, è non soltanto a proteggere la risorsa Mario Draghi e a trovare la migliore soluzione”. E conclude: “Conto di arrivare nell’arco di due giorni a quella intesa che tutti vogliamo nell’interesse del paese e all’altezza del settennato di Mattarella”. Dopo l’incontro con Salvini si capirà se l’auspicio di Letta sia destinato a restare tale o meno.
Intanto domani mattina alle 11 Letta rivedrà Giuseppe Conte e Roberto Speranza con i rispettivi capigruppo per concordare, innanzitutto, la linea da tenere in aula alla prima votazione. Scheda bianca è l’indicazione arrivata già oggi dalle riunione dei grandi elettori Pd, M5S e Leu. Nella giornata di oggi è stato avanzato anche un nome quello di Andrea Riccardi.
Non si tratta di un candidato di bandiera ma di un “profilo ideale”, come lo ha definito Letta. Un profilo moderato che conta su ampio consenso trasversale anche nel variegato mondo che compone il gruppo Misto, in una parte di Forza Italia e anche in Fratelli d’Italia. Un nome non da ‘bruciare’ come candidato di bandiera ma da contrapporre al centrodestra nel caso in cui proponessero un nome indigeribile. Non è casuale l’aver fatto uscire il nome del fondatore di Sant’Egidio, una personalità simbolo dell’accoglienza. E il mittente del messaggio è ovviamente Matteo Salvini.
Non a caso oggi nessuno nell’assemblea dei grandi elettori Pd è intervenuto sul nome di Riccardi, in quanto non in campo al momento. Dopo l’intervento di Letta non c’è stato dibattito. Nessuno scarto rispetto alla linea del segretario. Tuttavia, non mancano i distinguo. Se Letta stasera rilancia in chiaro su Draghi, fonti parlamentari Pd riferiscono che resiste l’ostilità dell’area Franceschini sul trasloco del premier al Colle.