“L’assalto al Colle della destra è fallito, ora un nome condiviso”. Così Enrico Letta, all’Huffington post, dopo l’incontro con Roberto Speranza e Giuseppe Conte sul Quirinale. “No a rose di nomi di una parte, nessuno ha il diritto di prelazione. È l’ora della serietà”, spiega il leader dem.
“Le rose di una parte si fanno quando ci sono gerarchie precise – sottolinea – Basta leggere l’analisi di D’Alimonte per capire che questa gerarchia non c’è. I numeri sono numeri: in questo Parlamento, lo ripeto, nessuno ha diritto di prelazione. Direi che la messinscena può finire”.
Parlando dell’incontro dice: “È andata molto bene. Ci siamo detti che il bluff di questi mesi è finito”. “Il candidato va scelto insieme. È il momento della serietà”, ha quindi aggiunto Letta che, sulla candidatura del centrodestra di Silvio Berlusconi, afferma: “Non vedo le condizioni perché ci possa rimanere, quindi non mi metto a fantasticare su questa ipotesi. Proprio ora che si è rivelata illusoria, resta quel che ho sempre detto sin dall’inizio: non c’erano i presupposti per una forzatura, e serve uno schema diverso. Prima dentro il centrodestra si supera questa contraddizione, meglio è”.
“La protezione di Draghi deve appunto essere l’obiettivo di tutte le forze politiche – ha continuato il segretario del Pd – È la risorsa fondamentale del paese e ci fa da scudo rispetto alle nostre debolezze, a partire dal debito. Di qui la necessità di fare tutto quello che è necessario per non sbagliare i prossimi passaggi. Non ce lo possiamo permettere”.
Una maggioranza sul Quirinale diversa dalla maggioranza di governo avrebbe inevitabilmente ricadute sul governo? “Ho sempre pensato che debbano coincidere e, semmai, quella del Quirinale debba essere più larga, non più stretta”, ha detto ancora Letta.
E’ pensabile quel che ha proposto Salvini, cioè un governo con dentro i segretari politici? “Ho molti dubbi su uno schema simile – ha spiegato il leader dem – Detto questo, parleremo dell’azione di tutti. Mi sembra però che non vada smarrito il punto di fondo. Anche nelle conversazioni di questi giorni in Europa ho registrato un’enorme preoccupazione per la ricaduta economica determinata dal combinato disposto di nuove restrizioni per fronteggiare Omicron e aumento dei costi delle materie prime” quindi “c’è bisogno del doppio di stabilità”.