“E’ evidente la necessità di far partecipare all’elezione più elettori possibile per dare una legittimazione piena e condivisa al nuovo Presidente”. Lo ha detto in una dichiarazione all’Adnkronos, Alfonso Celotto, professore di Diritto costituzionale all’università Roma Tre, esprimendo un parere sul rischio-Covid che incombe sulle votazioni per il Quirinale che prenderanno il via il prossimo 24 gennaio.
“Cento, duecento o trecento assenti – aggiunge Celotto – non inficerebbero la votazione perché il numero legale verrebbe comunque garantito. Se però questa eventualità si dovesse verificare e un focolaio del virus si dovesse accendere in un gruppo parlamentare piuttosto che in un altro, vedo il rischio di uno sbilanciamento nella par condicio della rappresentanza. Ritengo quindi sia necessario trovare degli strumenti per far votare i positivi o le persone che sono in quarantena. Gli strumenti a disposizione sono due: uno è il voto a distanza, il voto elettronico che, però, il nostro Parlamento non ha mai utilizzato nemmeno nel 2020 in pieno lockdown. Quindi mi sembra una soluzione piuttosto difficoltosa da realizzare”.
“L’altra, invece, è l’organizzazione di un voto scaglionato nel tempo. Voglio dire che il Parlamento riunito in seduta comune non è un organo di discussione ma è un ‘seggio’ elettorale e quindi l’assembramento si può evitare con opportune misure di prevenzione, con una organizzazione degli appelli che permetta il voto in sicurezza e, con le dovute cautele, in apposite sessioni riservate, anche dei senatori, dei deputati o dei grandi elettori in quarantena”, ha concluso Celotto.