(Adnkronos) – Dai “sei o sette nomi” per il Colle di cui aveva parlato nelle scorse ore Matteo Salvini (sempre più calato nel ruolo di kingmaker del centrodestra) ne sono rimasti tre. Tra la fine del vertice dei leader delle 15 e la successiva conferenza stampa unitaria, si passa alla terna Moratti-Nordio-Pera, ulteriormente asciugata di altri due nomi che erano finiti sotto i riflettori dopo pranzo: quelli della presidente del Senato, Elisabetta Alberti Casellati e del numero due di Fi, Antonio Tajani, ormai dati nel conto. Ma qualcosa cambia all’ultimo momento. E quando Salvini si affaccia nell’Auletta dei gruppi parlamentari di Montecitorio e annuncia la rosa, non ci sono né la Casellati, né Tajani. “No a cariche istituzionali in campo, vanno preservate, e no a capi di partito”, dice ai microfoni il numero uno di via Bellerio per giustificare l’esclusione dei due big.
Parole che sembrano quasi una excusatio non petita. Il leader della Lega ci tiene a ringraziare pubblicamente Tajani per la sua “generosità, visti i tanti titoli che poteva vantare” per ambire al Colle. Anche Giorgia Meloni rende onore all’ex presidente del Parlamento Ue: ”Tajani ha un curriculum fantasmagorico ma abbiamo scelto di non inserirlo nella rosa dei nomi perché è il coordinatore di un partito, non volevamo che si dicesse che le nostre proposte fossero fatte per non avvicinare…”. In extremis, dunque, Casellati e Tajani sembrano così finire nell’ombra, ma – assicurano fonti dell’alleanza bene informate – si tratta di un passaggio che non vuol dire che quei nomi siano bruciati. Semplicemente, si è deciso di salvaguardarli. Per poi, magari, utilizzarli più avanti per un’eventuale extra-time. Ma anche no. Si ributta così la palla nel campo del centrosinistra in attesa delle loro prossime mosse, poi si vedrà.
Domani, intanto, prima del terzo voto alla Camera per il Colle, il centrodestra dovrebbe tornare a riunirsi per valutare la strategia da tenere in Aula. Nel summit i leader dovranno decidere se votare già nel terzo scrutinio un nome della loro terna, si parla di Carlo Nordio, per verificare innanzitutto la tenuta della coalizione. Una volta indicato l’ex magistrato si valuterà dalla quarta votazione in poi, quando il quorum si abbassa, se convergere sulla Casellati.