Svilar migliore in campo e 27 tiri subiti. I due dati farebbero pensare a una Roma impegnata al Bernabeu contro il Real Madrid e invece fotografano la brutta prestazione dei giallorossi al Via del Mare contro il nuovo Lecce di Gotti.
Un punto guadagnato più che due punti persi visto l’andamento della gara (anche se De Rossi a fine gara si rammarica giustamente, per ambizioni e blasone, per l’occasione persa), coi salentini veloci e furenti a creare occasioni a ripetizione in contropiede e la truppa di De Rossi flemmatica e priva di quella necessaria qualità per imporre il proprio gioco. Senza Pellegrini, Dybala, Spinazzola ed El Shaarawy (perché non impiegarlo dal 1’ resta un mistero) i giallorossi hanno ruminato calcio senza mai proporsi senza palla e con la necessaria velocità nel giro palla.
Con Cristante a sfiancarsi in unpressing alto solitario, Bove impreciso e Paredes tornato quello della gestione Mourinho e l’assoluta impotenza sulle fasce (terzini che non si propongono mai in avanti con la necessaria convinzione e ali che non vanno mai all’uno contro uno ripiegando su se stesse), la Roma è apparsa poco concentrata e ha sbandato paurosamente anche al centro della difesa con Ndicka ammonito al 10’ (salterà il derby) e Mancini in netta difficoltà sulle brillanti e ficcanti ripartenze del Lecce.
Tante (alcune clamorose) le occasioni da goal degli uomini di Gotti che hanno trovato nella reattività di Svilar un baluardo insuperabile. Un palo su calcio di punizione di Angelino e un mancato assist di Cristante per Lukaku solo al centro dell’area il misero bottino della squadra di De Rossi nel pt.
Nella ripresa De Rossi provava (tardivamente) a cambiare il corso della gara con gli inserimenti di Aouar e El Shaarawy prima e di Dybala negli ultimi minuti. Una colossale occasione da goal sciupata da Aouar su assist al bacio di El Shaarawy (bravo anche Falcone ma da quella posizione si deve segnare) e, soprattutto, un calcio di rigore solare negato da Marcenaro a Zalewski aumentavano i rimpianti per ciò che sarebbe potuto essere e non è stato. Tutto al netto di un rendimento da applausi nella gestione De Rossi (7 vittorie, 2 pareggi e 1 sconfitta in campionato) e una preoccupazione strisciante che si fa largo dopo le ultime tre prove con Sassuolo, Fiorentina e Lecce.
Coi tre indizi fanno una prova di Agatha Christie che raccontano di una Roma in netto calo psicofisico e di nuovo alle prese con infortuni che limitano le scelte del tecnico.
Prima del trittico derby e doppia sfida di Europa League non proprio il viatico
migliore per essere ottimisti ma la classifica dice che i giallorossi possono ancora agguantare quella zona Champions di vitale importanza per casse societarie e ambizioni generali. Come quasi sempre succede nella Capitale, sarà ancora una volta la stracittadina (la prima con De Rossi in panchina) a decidere molto se non tutto.
Con un solo risultato a disposizione per i giallorossi e la convinzione che una vittoria varrebbe molto più dei tre punti in palio.
Le pagelle di Lecce – Roma 0 – 0
Svilar 7,5, Karsdorp 5 (dall’83’ Celik ng), Mancini 5,5, Ndicka 5 (dal 46’ Huijsen 6), Angelino 6, Cristante 5, Paredes 5, Bove 5 (dal 64’ Aouar 5), 5 (dall’83’ Dybala ng) , Lukaku 5, Zalewski 5.
All. De Rossi 5,5
Claudio Fontanini