A lanciare lappello allUe, vista la grave crisi umanitaria in merito ai migranti ammassati ai confini, è stato il ministro degli Esteri macedone, Nikola Poposki. “Fino ad oggi non abbiamo ricevuto dall’Unione europea i mezzi necessari a far fronte a una situazione eccezionale quale è la crisi dei migranti. Le istituzioni macedoni hanno attinto esclusivamente alle proprie risorse, pur avendo una buona collaborazione con le organizzazioni non governative e umanitarie attive sul terreno e che ricevono fondi dal coordinamento Ue: i costi a nostro carico sono stati di decine di milioni di euro”. Per risolvere il problema, evidenzia Poposki, bisognerebbe controllare le frontiere esterne dello spazio Schengen. “Una cosa non facile poiché la Grecia ha anche confini in mare e tante isole. Infiltrazioni terroristiche? Sarebbe del tutto ingenuo pensare che non siamo consapevoli del fatto che nella massa di migranti possa esserci qualcuno legato ad attività estremiste o anche terroristiche. E un fenomeno marginale, ma esiste. E’ indispensabile precisa Poposki – avere un sistema di controlli, registrazione, screening per valutare le richieste di asilo, anche se tutto ciò riduce i rischi di infiltrazione terroristica, ma di certo non li elimina”. Il ministro degli Esteri, inoltre, ha parlato dei grandi rapporti con lItalia. L’Italia – ha detto – è uno dei Paesi più grandi della Ue, è più vicina alla nostra regione, e per questo ha un naturale interesse all’integrazione della regione balcanica nell’Unione europea e nella Nato. E un importante partner economico, e negli ultimi anni si è assistito a un trend positivo nello sviluppo delle relazioni commerciali e negli investimenti”. Poposki, infine, sottolinea di come, in Macedonia, stia crescendo l’interesse per lo studio della lingua italiana, che viene insegnata nelle scuole elementari, in quelle secondarie, nei licei e università.
D.T.