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Quarta dose, Pregliasco: “Non si ottiene granché, stando ai primi dati che arrivano da Israele, non è così importante”

Non dobbiamo considerare a mio avviso quarte dosi di vaccino anti-Covid in Italia. Per ora è un discorso teorico, ma io credo che non sarà fattibile. Poi dovremo attendere l’Ema cosa dice e i dati israeliani ma a mio avviso non è facilmente sostenibile dal punto di vista organizzativo, economico e dell’accettazione da parte della popolazione”. Persino il sempre ‘pro Vax’ Fabrizio Pregliasco. docente della Statale di Milano, si professa scettico rispetto all’idea della quarta dose di vaccino, da qualcuna già ipotizzata.

Pregliasco: “Non si ottiene granché, stando ai primi dati che arrivano da Israele, non è così importante”

“Anche perché – tiene sopratutto a rimarcare il noto virologo milanese – non si ottiene granché, un incremento dei titoli anticorpali ma il risultato clinico, stando ai primi dati che arrivano da Israele, non è così importante. La vaccinazione a mio avviso dovrà slittare in una strategia come quella dell’influenza: un richiamo annuale il cui target saranno i soggetti fragili e i soggetti più esposti”.

Pregliasco: “L’Rt si è abbassato, ma purtroppo è ancora superiore a 1 nell’ultima rilevazione e quindi è ancora crescita dei contagi”

Analizzando i dati nel specifico, illustra il docente della Statale di Milano, ”E’ vero, l’Rt si è abbassato, ma purtroppo è ancora superiore a 1 nell’ultima rilevazione e quindi c’è ancora una fase di crescita dei contagi Covid, ma se non altro con una riduzione della velocità della crescita. Comunque – tiene a sottolineare – la discesa è in vista. Il raggiungimento del picco o di un plateau, così come la discesa, si può giudicare solo quando effettivamente si ha l’evidenza di un calo del numero dei casi perché purtroppo l’assestamento di un plateau può protrarsi per un bel po’ di tempo”.

Pregliasco: “Una gran quota di soggetti immunizzati anche dall’infezione naturale non saranno più suscettibili al virus”

Ad ogni modo, aggiunge il virologo concludendo, “penso che Omicron ci stia dando per alcuni versi una mano perché la sua elevata contagiosità in qualche modo coinvolge tantissime persone e, quindi, questo faciliterà non tanto un’immunità di gregge in quanto tale, ma comunque farà sì che una gran quota di soggetti immunizzati anche dall’infezione naturale non saranno più suscettibili al virus, speriamo per un bel po’ di tempo“.

Max