Mentre Milano sale sul podio come qualità della vita, Roma resta stabile al 21° posto secondo lindagine del Sole 24 ore. La Capitale dItalia non migliora ma neanche peggiora.
Roma resta stabile quanto a qualità della vita. Infatti Roma si piazza al 21° posto, in linea con lanno precedente (24° posto) in cui il numero di province saliva da 107 a 110. La ricchezza viene confermata dal dato medio dei prezzi delle case, in media il più elevato dItalia, e dalla maggiore propensione agli investimenti fotografata dallelevata percentuale di impieghi sui depositi. Pesano purtroppo sulla città il numero dei protesti pro capite, lindice di litigiosità nei tribunali e le denunce per reati legati agli stupefacenti.
Tra le altre grandi città, più a sud spicca la risalita di Napoli che conquista 13 posizioni: nonostante continuino a peggiorare le performance legate a Giustizia e sicurezza e Affari e lavoro, la città festeggia il miglioramento sul fronte della ricchezza e dei consumi, grazie ai prezzi di vendita delle case. Migliorano anche Venezia, Torino, Catania, Bari e Bologna, in controtendenza solo Genova e Firenze che perdono rispettivamente otto e dieci posizioni.
E un risultato prezioso per Milano, ovviamente, e piuttosto indicativo per Roma e per la sua amministrazione. Se in effetti nella complessa ed intricata difficoltà della gestione della vita quotidiana di una città come Roma si fa sempre più ardua in questi anni, del resto va registrato che queste problematiche molto spesso strutturali non hanno peggiorato la sensazione o la percezione della difficoltà stessa di condurre un buon stile di vita. Ma sarà proprio così? Se in effetti Roma non peggiora, neanche migliora. Indice, questo, di una cristallizzazione della situazione in essere, di difficoltà base che non sono percepite come risolte o, in alcuni casi, con tendenza al peggioramento. Dal caos traffico alle difficoltà di accesso e di funzionalità di mezzi e servizi pubblici, dalla immondizia e dal degrado fino alla crescita dei casi di violenza, Roma sembra soffrire di alcune ferite aperte che sono lontani dal trovare risposta.